io e il mare

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martedì 9 marzo 2010

RICORDO DI TONINO CARINO, ADDIO NOVANTESIMO MINUTO...

Tonino Carino si è spento ieri ad Ancona, a casa sua, dopo una lunga malattia. Era uno dei volti più noti di "Novantesimo Minuto", l'indimenticabile programma che trasmetteva i gol alle 18:15, in anteprima assoluta, ed inchiodava davanti alla tv oltre quindici ( e dico 15 ) milioni di italiani.
Quando scrivo di questi argomenti conosco il rischio di cadere nella spirale della nostalgia, nonchè del pericoloso clichè retorico del "una volta era tutto più bello, erano altri tempi, etc etc etc".
E' però innegabile che parliamo di un calcio profondamente diverso, ed il racconto di Tonino Carino e dei suoi colleghi dalle varie sedi era la storia di una partita, a noi tutti assolutamente inedita, in quanto alla radio "Tutto Il Calcio Minuto Per Minuto" serviva a farti avere un'idea di base, coi collegamenti repentini, di quanto accadeva, alimentando spesso la sconfinata immaginazione di noi tifosi ("chissà se era fuorigioco quello di Rossi...Albertosi ha parato il rigore ad Antognoni..." solo per citarne due a mente ), nel desiderio innato di tutti noi di poter vedere qualche immagine in presa diretta.
Perchè tutti avevamo quel desiderio di vedere le partite. E oggi che le partite le abbiamo tutte davanti agli occhi, che paghiamo per vederle pure in HD, per sentire come fossimo lì il respiro o le bestemmie (finalmente punite) dei calciatori in campo, beh, non ci piace più.
Com' è strana la mente umana, quando una cosa non l'abbiamo, la desideriamo ardentemente, quando poi è nostra e ne abbiamo in abbondanza ci stufa, e rimpiangiamo quando non l'avevamo...
Tonino Carino era buono, leggevi la sua bonta in quell'immagine pacioccona ingigantita spesso da dei completi impossibili (ne ricordo uno azzurro cielo rivisto di recente nel DVD commemorativo di "novantesimo minuto", che consiglio fortemente a tutti) che ne facevano un degno attore di quello che per molti era il teatrino all'italiana del calcio in TV. Un teatrino però altamente professionale, con giornalisti come Tonino nati e cresciuti dalla gavetta,sul posto, che alla loro immagine involontariamente comica univano la rigorosa capacità d'informare gli italiani su quanto avvenuto sui campi di calcio la domenica alle 14:30 (d'inverno), o alle 16 quando si giocava d'estate, ma tutti rigorosamente alla stessa ora.
Grazie Tonino per aver arricchito i miei pomeriggi d'infanzia con i tuoi racconti cosi genuini e professionali al tempo stesso, per la tua naturale difficoltà nel pronunciare i nomi stranieri (ricordo quando dovesti commentare, eccezionalmente per te che lavoravi dalla sede di Ancona, un Inter Genoa, e ripetevi "Aguillera, al posto di Aguilera") per il tuo essere cosi degnamente figlio di quel grande maestro che era e sarà sempre Paolo Valenti, che da lassù, ora, ti chiederà nuovamente la linea.