io e il mare

io e il mare

sabato 24 aprile 2010

FESTA DELLA LIBERAZIONE. PER TUTTI, OGNI GIORNO UN 25 APRILE...


Più passa il tempo più mi accorgo di come vivere a Milano porti le persone a diventare dei piccoli soldatini, tutti immersi nel proprio micromondo, isolati, incapaci di comunicare nascosti dentro il loro Ipod, sognando forse di scappare dalla realtà alienante in cui vivono.
Prendendo la metropolitana ogni mattina mi rendo anche conto di come le persone, e fra queste ci sono anche io ben inteso, siano assolutamente incapaci di comunicare fra loro, anche se non si conoscono, e facciano di tutto per evitarsi, come se scambiare quattro chiacchere con una persona sconosciuta fosse chissà quale nefandezza. Una piccola spinta involontaria, magari riconosciuta da un sincero gesto di scuse, viene subito vista come un affronto imperdonabile, condita addirittura da un bel vaffanculo tanto per cominciare la giornata, visto che il mattino come si diceva un tempo, ha l'oro in bocca...
Già dalle prime ora dle giorno siamo tutti nervosi, irascibili, spesso perchè non sappiamo fermarci e riflettere per anche per soli trenta secondi su un semplice fatto: la vita è un dono bellissimo che abbiamo avuto, e non un fardello insormontabile da affrontare.
Il giusto approccio alla giornata permette anche di poter calmare il nostro ego che è quello che tende sempre a previcare su tutto e su tutti, costantemente, portando l'uomo a non avere rispetto per gli altri e soprattutto a non capire gli altri.
Nella mia ormai ultra trentennale esperienza di vita, mi sono accorto che dietro il comportamento delle persone c'è sempre una motivazione. Per stare bene, per vivere col minor numero di affanni, di tensioni e di sofferenza (perchè comunque da quella non si scappa, prima o poi arriva, bisogna saperla osservare, accettare, e trarne beneficio futuro) occorre partire da questo fatto e farlo nostro, in ogni momento, in ogni situazione della vita in cui viviamo. Se non si riesce a capire questo, e lasciamo spazio solo a quello che la nostra testa percepisce, allora l'ego prevarica e pensiamo di poter avere il controllo su tutto. In realtà nemmeno Napoleone ed i più grandi dittatori della storia riuscivano ad averlo. Pertanto è tempo perso, risorse sprecate.
Solo capendo che ogni persona è diversa dall'altra, che ha un proprio modo di ragionare, di vedere il mondo, è possibile riuscire ad accettare anche questo mondo che a volte ci sembra girare sottosopra.
L'accettazione delle cose è il segreto. Più passa il tempo più da acuto osservatore delle persone che mi circondano mi accorgo che solo così è possibile fare della nostra vita un piccolo capolavoro. Ci sono dodicimila motivi diversi per arrabbiarsi. La coda al supermercato, i problemi sul lavoro, la gente che non capisce le nostre ragioni e le nostre esigenze, la voglia di imporsi ad ogni costo e ad ogni mezzo, l'incapacità di saper perdonare un affronto. L'incapacità di saper perdonare noi stessi.
Non funziona cosi. Madre Teresa diceva sempre che il male peggiore per l'occidente è la mancanza d'amore. Problema centrato con una puntualità ed una precisione incredibile. Abbiamo tutto eppure ci manca qualcosa, non ci sentiamo mai realmente appagati.
Avvicinandomi alla realtà africana, ho notato come i bambini dell'Etiopia, nei vari filmati che ho visto, sorridano in continuazione ballando e saltellando allegramente. Guardiamo le facce dei nostri bambini, (non di tutti ovviamente, si generalizza ma ahimè è una realtà assai diffusa ) spesso capita di vederli tristi, irascibili, già violenti in alcuni casi addirittura sotto trattamento di tranquillanti (e su questo bisgonerebbe discutere in un'altra discussione). I bambini etiopi rischiano ogni giorno di morire di fame, e di malattie associate alla malnutrizione, alla sporcizia e quant'altro eppure non smettono mai di cantare e di sorridere. Perchè sono vivi, e sanno che la loro vita è appesa ad un filo e sono felici per quel poco che hanno. Sono liberi. Liberi di non avere niente, di non essere oppressi dalle paranoie del nostro mondo "evoluto". .
Questo per dire che volendo ogni giorno può essere buono per conquistare la gioia, ogni giorno può essere il nostro 25 aprile che domani verrà festeggiato qui a Milano come in tutta Italia.. Una data importante per la storia del nostro paese, una data importante anche per chi come me non crede nel concetto di "nazione", ma crede nelle persone, nell'anima, nel cuore di chi fa le nazioni.
La nostra festa della liberazione è la riconquista della pace interiore, l'accettazione delle cose, della diversità, della voglia di stare insieme anche solo per pochi minuti, la volontà di fare per arrivare ad un risultato, sbattendo il muso a terra dieci cento volte e poi rialzarsi con più voglia e forza di prima, per dire al mondo che siamo ancora vivi, a testa alta, con onestà, lealtà, e con tanto amore.
Perchè senza amore non si va da nessuna parte. Senza amore non c'è liberazione.
Buona festa della Liberazione a tutti.

lunedì 5 aprile 2010

PASQUA TUTTI I GIORNI, BASTA VOLERLO...


Oggi Pasquetta, giornata di scampagnate all'aria aperta, festicciole, pic-nic, sole, colori, profumi. Il tutto sta a significare vita, ritorno alla vita.
Ieri si è celebrata la Pasqua, che per chi ci crede come me è sinonimo di ritorno alla vita, di vittoria della vita sulla morte. Cristo che vince la morte, la luce di Dio che si fa uomo prevalere sulle tenebre.
Può essere Pasqua però ogni giorno per chi si vuole mettere in gioco, per chiunque voglia essere libero dai clichè di questo mondo, per chiunque voglia tornare ad assaporare il gusto delle cose semplici, dello stare insieme, per tutti coloro che, come chi vi scrive, amano la vita.
Rinascere, risorgere dalle proprie ceneri per elevare la propria vita ad uno stato superiore, alimentando lo spirito ed riaccendendo il motore dell'amore.
L'amore è quel carburante che mette in moto la macchina della vita. Esistono varie forme d'amore, ma sempre quello è, e senza di esso la nostra macchina non è in grado di percorrere nemmeno un metro.
In genere non amo molto parlare di me, mi ero promesso di non farlo. Perdonatemi se stavolta non ho resistito...
Ma stamattina, mentre correvo all'aperto sentivo una bellissima sensazione, il vento che mi spingeva lontano mentre il cielo azzurro come non mai mi avvolgeva dall'alto, diffondendo in me energia positiva e serenità.
Ecco vorrei che questo tipo di sensazione, cosi semplice, cosi immediata, si diffondesse anche a tutti coloro che leggono il mio blog o i miei commenti in facebook. Che per tutti possa essere una rinascita, una resurrezione dei propri sentimenti, dei propri valori in cui credono.
Buona Pasquetta a tutti voi.

sabato 3 aprile 2010

CIAO MAURIZIO

Quando ero ragazzino, guardavo in tv un programma che si chiamava "Calciomania", era il 1989 e desideravo in cuor mio di fare il suo stesso mestiere. Poi la vita ti porta laddove il destino è scritto, ed io e lui non ci siamo mai incontrati, e da allora sono diventato un suo assiduo telespettatore, nonchè ammiratore.
Lo ammiravo molto perchè non si prendeva troppo sul serio, amava il calcio per quello che era, un gioco, ed amava giocare.
Maurizio Mosca, come ha ricordato nella puntata odierna di "Guida Al Campionato" Mino Taveri, era in realtà molto più preparato e professionale di quello che dava a vedere. Ma in molti, me incluso, lo sapevano e se ne erano accorti.
Mi mancherà, oltre al suo pendolino e alle sue irresistibili "gag", il suo senso estetico del calcio. Maurizio Mosca amava il bel gioco, il calcio divertente, il gesto tecnico. Aveva inteso prima di altri che il calcio era anche e soprattutto uno spettacolo per far divertire il pubblico, per tenere compagnia alla gente.
Ogni domenica per vent'anni ha accompagnato, dopo mezzogiorno, il pre partita di milioni di italiani coi suoi pronostici impossibili, generati da pendolini sempre più mastodontici, e come dimenticare poi le sue "bombe" di calciomercato, fatte da trasferimenti più o meno possibili, con scenette indimenticabili tipo quelle di una fantasmagorica "macchina della verità".
Ci mancheranno anche gli screzi, quelli più sanguigni, perchè lui aveva la vis polemica di chi comunque aveva il coraggio delle proprie idee, che poi potevano piacere o meno, ma questo è un altro discorso, ed ora come ora, che non ci sei più, di sicuro Maurizio metterai tutti d'accordo su una cosa:
ci manchi, e pure tanto.