io e il mare

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venerdì 4 giugno 2010

NOTTI MAGICHE INSEGUENDO UN GOL...( AMARCORD MONDIALE E NON SOLO..)


I mondiali di calcio sono il momento più affascinante da sempre per chi come me è appassionato di questo meraviglioso sport. E da sempre vengono seguiti anche da chi detesta il gioco del pallone, perchè sono un momento di unione e di fratellanza popolare. Forse, specie di questi tempi, anche un'occasione per dimenticare i problemi, e per chi ci governa e chi dovrebbe controllare (l'opposizione) un modo per nasconderci la reale entità delle difficoltà attraversate dal nostro paese.
I miei ricordi mondiali partono con la vittoria mundial in Spagna, ventotto anni fa.
Nel 1982 l'Italia di Bearzot arrivò in Spagna dilaniata dalle polemiche. Nessuno credeva in loro. Un inizio torneo da brividi, un pareggio rocambolesco contro il Camerun, un altro scialbo contro il Perù..
Ero un bambino piccolo, ma ricordo benissimo la magia che si respirava in quelle afosi notte d'estate di quasi trent'anni fa. Un'Italia stellare, piena di fuoriclasse, Bruno Conti, Cabrini, il povero Gaetano Scirea, e l'exploit di Paolo Rossi, tornato dopo due anni di squalifica per il calcio scommesse. Eppure, partendo malissimo, quell'Italia riuscì a regalarci la piu emozionante vittoria mondiale.
Un brivido. Un'emozione indimenticabile, l'immagine dell'esultanza di Pertini in finale contro la Germania resterà per sempre indelebile nel cuore di tutti noi..
Le notti magiche di Italia 90 arrivarono molto dopo, e ricordo la delusione per quel mondiale sfuggitoci di mano per un non nulla la tengo ancora dentro, perchè ancora non capisco come abbiamo potuto non vincere un mondiale giocato in casa, con una Nazionale piena di grandi giocatori, con Schillaci che segnava persino da casa sua, con Baresi e Maldini in difesa, con Baggio giovane ed integro. Misteri del calcio.
USA 1994, conclusione dell'epopea del tatticismo sacchiano da me sempre amato, fu l'ultima cocente delusione mondiale, in finale, contro un Brasile modesto ma sufficiente a superarci in una partita giocata in condizioni impossibili, sotto un sole cocente. Ricordo la tensione con cui guardai quella partita, con la sfrontatezza dei miei diciotto anni di allora. Il pianto del capitano, l'unico inimitabile Franco Baresi, sulla spalla di un Arrigo Sacchi mai amato dalla critica e che ha perso un mondiale ai rigori, a differenza di chi, quattro anni fa, lo vinse per un rigore di pochi centimetri al di qua della linea bianca.
D'altronde lo diceva il compianto Dino Viola, il calcio è una questione di centimetri (frase che divenne celebre dopo l'annullamento di un gol regolare a Ramon Turone in un Juventus Roma del 1981).Ma anche di fortuna, di bravura e di passione. Requisiti che ci mancarono quasi del tutto sia a Francia 98', sia in Corea nel 2002, nella sghangherata spedizione trapattoniana. Di corsa, fra un capitolo della tesi e l'altro, per vedere Italia Corea in un noto megastore del centro di Milano, per poi essere eliminati dalla Corea stessa e da qualche errore di troppo dell'arbitro, che comunque non fu così influente come si vuole ancor oggi credere.
Germania 2006 è storia recente, un mondiale fatto di grinta, di coesione del gruppo, di avversari modesti e qualche vantaggio arbitrale passato sotto silenzio ( se ci ricordiamo degli orrori di Byron Moreno, perchè dobbiamo dimenticarci del rigore inesistente contro l'Australia di quattro anni fa? ).
E ora? ora aspettiamo. La squadra non mi piace molto, l'allenatore nemmeno, ma vediamo se ancora una volta l'Italia sarà capace di sovvertire il pronostico.
Quello che è certo è l'emozione mondiale, ancora una volta, è qui con noi.