io e il mare

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domenica 18 luglio 2010

ADDIO PICCOLO GRANDE MINO


Ci sono dei personaggi che non hanno bisogno della grancassa, o di fare prosopopea di se stessi, per dimostrare la loro grandezza. Mino Damato questo lo sapeva bene, anche quando venne criticato (in Italia c'è sempre qualcuno che ha voglia di criticare, di dubitare, di denigrare, altrimenti non saremmo noi...) per la sua camminata sui tizzoni ardenti durante una puntata della sua "Domenica In" di una ventina di anni fa.
Eppure lui non lo fece per vanto personale, ma per dimostrare la forza che poteva avere l'uomo dentro di sè, quell'energia che solo in parte l'essere umano è in grado di poter esprimere anche superando prove apparentemente impossibili.
Ma Mino Damato è stato molto di più.
Fin da piccolo mi affascinava il suo modo di fare giornalismo. Sempre in prima linea ma senza mai fare del facile sensazionalismo, ha incarnato per molti versi la figura dell'"anchor man" all'italiana, creando il primo rotocalco preserale con il suo "Italia Sera", condotto insieme ad una giovanissima Elisabetta Gardini. Poi la sua Domenica In, la prima dopo anni di Pippo Baudo, e non sufficientemente apprezzata perchè diversa da quella di Pippo, con un maggiore taglio giornalistico.
E poi la sua grande intuizione, la divulgazione scientifica unità al sapere, in quel meraviglioso programma che era " Alla Ricerca Dell'Arca", precursore assoluto dei vari programmi sul tema che vediamo oggi in Tv.
Ancor prima, da giovane, era stato inviato di guerra in Vietnam ed in Cambogia. E, come è facile supporre, fare l'inviato di guerra in quei posti, durante quelle guerre, non doveva essere una passeggiata di salute...
Questo era il Mino Damato giornalista. Il Mino Damato uomo era ancora meglio, forse addirittura molto meglio. Nelle varie biografie in internet, per chi non lo sapesse, è possibile vedere quello che lui ha fatto per i bambini sieropositivi in Romania, fondando un'associazione dedita alla loro cura, alla loro assistenza. E quel gesto meraviglioso, pieno di amore, nel 1995, quando decise di adottare una bambina che sapeva già essere irrimediabilmente malata. La bimba morì pochi mesi dopo, Mino se ne è andato quindici anni dopo, lasciandoci però in eredità il suo modo di raccontarci fatti, il suo modo di diffondere conoscenza e soprattutto la sua incredibile capacità di amare.
RIP Mino.

domenica 4 luglio 2010

IL GUSTO DELLA SEMPLICITA'


Non credo possa esistere cosa migliore al mondo che aprire gli occhi alla vita, anche dopo poche ore di sonno, e sentire il soave fragore di un torrente, circondato da montagne intorno e da un insieme di luci e colori ammalianti.
Lontani dalla città, lontani dal frastuono, solo la natura coi suoi profumi, il suo imperversare libera nella manifestazione dei suoi fenomeni metereologici, mescolata ad una passione comune per l'uomo che più di ogni altro ha cambiato la storia della musica e dello spettacolo: Elvis Presley.
Tutto questo può sembrare uno strano connubio, ed invece le due cose sono strettamente legate l'una all'altra perchè sono l'insieme di come, in semplicità, con poco, si possa raggiungere quel momento che gli psicologi provano a definire da secoli, in modo piu o meno riuscito: la felicità.
Mi ero ripromesso in questo blog di non parlare di fatti personali, di quello che faccio o non faccio nella mia vita, ma non posso non dire grazie a tutte le persone che ho incontrato in questi due giorni fantastici.