io e il mare

io e il mare

martedì 21 dicembre 2010

CAMPIONI DEL MONDO, CAMPIONI DEL MONDO...ADDIO VECIO..




Eccola di nuovo la spirale della retorica rifarsi sotto per ricordare ed osannare i bei vecchi tempi passati, quelli del calcio di una volta, in cui tutto era più romantico, i giocatori guadagnavano poco, c’erano le bandiere e l’attaccamento alla maglia, ci si ritrovava dopo la partita per bersi qualcosa insieme con moglie e figli a carico.
Io non so se fosse effettivamente così, grazie a Dio ho la fortuna di essere ancora abbastanza giovane per essere solo impercettibilmente sfiorato dal ricordo, so soltanto che un personaggio di quell’epoca calcistica oggi ci ha lasciato, ed era Enzo Bearzot, il commissario tecnico azzurro della vittoria Mundial a Spagna 82’.
Le immagini di quel trionfo mondiale sono ancora incise nei nostri cuori, oltre che appiccicate indelebilmente alle pareti della nostra memoria. Perché quello fu il vero trionfo mondiale, ancora oggi tutti gli italiani portano dentro di sé le emozioni di quella vittoria molto più rispetto a quella di Berlino 2006. Le ragioni sono varie, alcune legate al fatto che forse eravamo tutti più giovani, altre legate al fatto che quella squadra ( Zoff, Bergomi, Cabrini, Oriali, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Rossi, Antognoni, Graziani) è irripetibile,un blocco juventino pieno di giocatori di qualità, condito dalla classe sopraffina di Bruno Conti ed Antognoni. A guidarli lui, questo uomo schivo, di poche parole, anche io lo ricordo così, taciturno, umile, serissimo, lontano anni luce dallo stereotipo degli allenatori show man di oggi.
Bearzot riuscì a far cambiare rotta ad un vascello che stava affondando sotto i cavalloni di una critica feroce, ingaggiando manovre azzardate (vedi il ritorno di Paolo Rossi dopo due anni squalifica per il calcio scommesse) e credendo fortemente nel gruppo. Quel gruppo che lo ha ripagato regalandogli la più grande gioia della sua vita. Ed Enzo è stato l’allenatore che ha regalato a noi la più grande emozione calcistica della nostra vita e per questo non lo dimenticheremo mai.
Mi piace ricordarlo così, citando la frase con cui l'indimenticabile eroe del microfono Nando Martellini annunciò la nostra vittoria ai mondiali di Spagna:
"Campioni del mondo, campioni del mondo".
Tu eri, anzi, sei, uno di loro.
Non serve aggiungere altro. R.I.P. vecio

lunedì 13 dicembre 2010

LUCI, PROFUMI, ATMOSFERE DI NATALE ED UNA DEDICA PARTICOLARE...


Profumo di caldarroste in lontananza, spazi angusti che si restringono per conquistare quei pochi centimetri di marciapiede rimasti mentre un vento gelido spazza via le angosce, le preoccupazioni, con le luci degli addobbi che s’illuminano ad arco a completare il perfetto affresco del momento.
E’ il quadro natalizio di Milano che si avvicina al Natale, la Milano che sta lasciando alle sue spalle il 2010 pieno di problemi, la crisi economica, la crisi di governo, per affacciarsi al 2011 con la speranza di uscire da quel ristagno di silenzio misto ad indifferenza ed anonimato che sembra ormai averla attanagliata da alcuni anni a questa parte.
Sabato pomeriggio ero anche io uno di loro, uno di quei tanti milanesi in giro per una delle più note vie della città per completare il mio shopping natalizio, pochi regali per quel che mi riguarda, avrei evitato di andare in centro ma ho colto l’occasione per ritrovarmi con una persona a me cara. Se posso, cerco di utilizzare la comodità dei centri commerciali periferici, defilato, in disparte, possibilmente con meno rumore in orari più opportuni quando possibile. Ma il ricordo della mia Milano degli anni ottanta, di quando ero bambino, bussa forte alla porta del mio cuore e non ho resistito allo struscio natalizio, espressione che detesto, perdonatemi quindi se ipocritamente la utilizzo…
Mi ha fatto piacere notare che ancora un po’ di quell’atmosfera natalizia di quel tempo si respira ancora. La gente non ha completamente perso il senso della tradizione. Certo, il vero significato del Natale, per chi ci crede come me, è ben altro ( e qua si aprirebbe un tema molto più complesso sul quale non entro perché riconosco i miei limiti in questo) ma è già qualcosa. Credere che possa essere davvero Natale tutti i giorni è possibile per tutti,basterebbe volerlo.
L’idea del regalo è “il dono,”, un concetto molto importante, illuminato, come le luci che attraversano tutto Corso Buenos Aires qui a Milano o Via Del Corso a Roma. Sarebbe bello se questa luce fosse accesa tutto l’anno, e anche una sola volta ci fosse la possibilità di donare qualcosa che abbiamo dentro. Perché in fondo tutti abbiamo qualcosa dentro da donare, ne sono certo.
Chiudo questo mio intervento dedicando questo mio articolo alla piccola Yara, ovunque tu sia, il mio pensiero è per te. Nella speranza che tu sia ancora in vita, ti conservo nel mio cuore e sono vicino alla tua famiglia in questo momento di profonda angoscia per loro.