io e il mare

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domenica 23 ottobre 2011

CORRI CAMPIONE NELLE PISTE INFINITE DEL CIELO


Da qualche giorno volevo tornare a scrivere. Non nascondo che avrei preferito farlo parlando di altri argomenti, dedicando questo spazio da condividere a temi profondi o anche più leggeri, sempre col sorriso, sempre cercando di essere dei portatori di luce, laddove possibile.
Invece oggi mi trovo qui per scrivere di Marco Simoncelli, un grande campione di motociclismo che oggi ha perso la vita in un tragico incidente in pista nel Gran Premio di Malaysia.
Non è il primo a morire "sul campo", e spero con tutto me stesso possa essere l'ultimo. Ogni altra parola in questo senso sarebbe superflua, ed io mi fermo qua.
Posso solo dire che non sono un appassionato di motociclismo, mi sono avvicinato a questo sport grazie alle vittorie di Valentino Rossi negli anni passati. Non ho la competenza tecnica per poter dire se questa tragedia si poteva evitare, non so di chi siano le responsabilità, l'unica cosa che so è che questo ragazzo di 24 anni se ne va in cielo lasciando in un dolore indescrivibile i suoi familiari, e tutti i suoi tanti appassionati.
Di lui ricordo affettuosamente quel sorriso e quella parlata tipica delle sue parti, che lo rendeva un personaggio unico, con quella capigliatura così folta, era un personaggio, non potevi confonderlo con qualcun altro, anche in pista, aveva il suo stile, era Marco Simoncelli, anzi, è e per sempre restera Marco Simoncelli.
Che Dio ti abbia in gloria giovane campione.

sabato 8 ottobre 2011

LE COSE CHE CONTANO...


Ogni tanto è inevitabile pensare al passato. Tutti noi, chi più, chi meno, ha dei ricordi a cui è legato, anche solo dei momenti, dei brevissimi episodi, degli aneddoti, che riecheggiano nella mente e che restano per sempre appiccicati al cuore.
Io ad esempio, ricordo come fosse ieri, e sono passati più di vent'anni, una frase del mio professore di matematica delle superiori.
Nello spiegare una materia piuttosto complessa ed intricata come quella delle "equazioni parametriche" il prof. ci disse che la matematica era un po' lo specchio della vita, ovvero consisteva nel distinguere "le cose che contano da quelle che non contano".
Affermava questa frase con un sorriso, come quasi sempre aveva stampato sul viso, con quella sua candida barba bianca e quell'accento marcatamente marchigiano che lo rendeva ancor più bonario di quello che era quando spiegava una materia alquanto noiosetta come quella.
Eppure, in quella frase, detta cosi', quasi senza farci caso, mentre spiegava le dinamiche di risoluzione di equazioni complesse, c'è una chiave di volta assai importante per le nostre esistenze.
E' ahimè evidente che di questi tempi non siamo più capaci di adoperare questa distinzione. Il primo sono io a riconoscerlo ma lo vediamo ahimè ancor oggi nella vita di tutti i giorni, in cui i media ci propinano dei modelli assurdi basati sul successo rapido, indolore, sgomitando a destra e a manca come una corsa impazzita per un posto in prima classe. Conta arrivare, guadagnare sempre di piu (attenzione, non ce l'ho coi soldi, tutti amiamo il benessere, è l'ossessione dei soldi che condiziona la mente e fa soffrire questo mondo occidentale il cui unico valore rimasto pare essere appunto, il danaro...)
Il rispetto degli altri, della sensibilità altrui, una carezza ad una persona che non chiede altro in cambio sono anch'esse "cose che contano" ma siamo troppo distratti da altre cose, siamo troppo distratti da noi stessi, dai nostri "obiettivi", dalla nostra prosopopea, quando forse dovremmo renderci conto che in fondo la vita non è solo "nostra" ma anche di chi ci sta vicino, aiutandolo, magari, anche solo con un sorriso, dicendogli che per noi è importante per come è.
Prima di sgomitare per un posto in prima classe,forse, occorre fermarsi un momento, riflettere, e distinguere le cose che contano, da quelle che non contano.