io e il mare

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venerdì 23 dicembre 2011

The Wonderful World Of Christmas


Quello che segue è un articolo in lingua inglese. Dedicato ai miei amici fuori dall'italia, o alle persone che semplicemente amano perdere due minuti della loro vita per leggermi anche in questa lingua. Ci sarà qualche errore, non sono un bilingue perfetto, mi scuso fin da subito per questo...
Ah dimenticavo, Buon Natale a tutti....

The wonderful world of Christmas, is a joy from the moment it starts…

This is the intro of popular Christmas song, but in my humble opinion it can be considered as the real deep message for this Christmas time we are living.
Crisis, misery, other sad words fill almost completely our life in the last part of this “hard” 2011. But Christmas is always there, trying to knock at human being’s heart and to enter in it, to spread its magic made of love and peace.
The imagine of the fireplace, with its embracing warm, the Christmas icona of parents, grandma and granddaddy around it, it’s something that must join people in these time of division, where everyone seems to think only about their lives, about their problems, looking as if they have a sort of screen around them
I can’t deny that some of this atmosphere ‘s been lost in these last years. I live in a big town, Milan, suffering from all the same problems Italy is facing now. As I wrote in my previous article, people faces are often “dark”, tedious, looking like a dead man walking. Christmas will come also for them.
Christmas is the best way to smile again, even when it seems hard to do. I think about children and people who suffer, maybe hospitalized. Their happiness, maybe, is someone to think about them for Christmas.
The magic of Christmas is the lost feeling of a hug. A short but easy way to feel the other’s heart beating, and the best way to feel the warm of another person. Christmas can learn us how to recover the meaning of this easy and marvellous act.
So it’s time to break up with all these words and to live the wonderful world of Christmas, a joy from the moment it starts…

mercoledì 21 dicembre 2011

VINCERE SEMPRE, ANCHE LA CRISI, ANCHE A NATALE


La parola che piu' di ogni altra si ascolta in questo periodo è "crisi".
Da quando è iniziata la lenta parabola discendente del nostro smisurato benessere economico, ovvero a metà degli anni novanta, tutto sembra essere diventato inesorabilmente più grigio, più oscuro, e soprattutto, esageratamente triste.
Stamattina mi sono accorto, mentre facevo la spesa in un supermercato vicino casa mia, delle facce di alcune persone intorno a me. Definirle "spente" è un coraggioso eufemismo. Tristi, lugubre. E non erano solo signori anziani, magari malati. Anche tante persone di mezza età, o ancora giovani come chi vi scrive.
Due signori, un uomo e una donna vicini alla terza età si sono addirittura messi a litigare in cassa perchè la donna sosteneva di essere stata superata dall'anziano. Insulti forti, pure le bestemmie da parte dell'uomo. Buon Natale!!
Non sopportiamo più niente. La fretta domina le nostre esistenze e si annida dentro di noi, e ci lamentiamo costantemente di tutto e per tutto.
Non sappiamo piu dare il valore ad un sorriso, abbiamo paura del contatto fisico, di un semplice abbraccio, e sopratutto, abbiamo il terrore di diventare poveri.
Eppure, malgrado tutto, i nostri nonni hanno vissuto la povertà, e con poco,sono riusciti a farcela, sono riusciti anche in alcuni casi a ritornare ricchi.
Perchè non riuscirci anche noi, che abbiamo tutto, e viviamo col costante terrore di perderlo?

venerdì 9 dicembre 2011

CONFIDANDO IN QUELLA DIVINA, ASPETTIAMO (INVANO) QUELLA TERRENA...


L'Italia è un paese un po' fatto a modo suo. Il paese delle caste, delle "cupole", dei privilegiati, dei governi tecnici, degli scontrini fiscali non emessi, e cosi via....
L'Italia è ahimè anche il paese diventato estremamente semplice uccidere una persona e farla franca, sia nel caso in cui, per pura sfortuna, ti colgano con le mani nel sacco, sia nel caso in cui (quasi sempre) non riescano a beccare il colpevole.
Lunge da me accodarmi alla lunga schiera di rotocalchi televisivi, notiziari, quotidiani e settimanali che si occupano degli omicidi irrisolti. Già fanno loro questo mestiere con mezzi e metodologie (spesso discutibili) che non mi riguardano e non mi appartengono.
La mia riflessione è invece più spiccia, più concreta, e legata ad un grosso problema di fondo legato alla certezza della pena, ed alla modalità con cui vengono condotte le indagini.
Non mi piace parlare di ciò che non conosco, non ho la benchè minima idea di come lavori la polizia scientifica, I RIS e via discorrendo.
Quello che mi lascia addolorato è sapere che una famiglia come quella di Chiara Poggi possa ancora non avere giustizia. E forse non l'avrà mai. Questo è solo l'ultimo episodio in una triste sequenza, che tutti conosciamo, vedi Meredith Kercher.
Tutti assolti. I colpevoli, liberi, forse con macigni (evidentemente non cosi' pesanti) sulla coscienza ma comunque liberi di agire. E magari, in futuro, di uccidere ancora.
Nel caso in cui invece riescano a beccarti perchè è impossibile non riuscire a prenderti, la pena spesso non è congrua all'efferatezza del delitto, ed i nostri media caricano di visibilità (vedi Erica ed Omar) personaggi che dovrebbero cadere nell'oblio assoluto, cercando di riflettere su perchè in soli dieci anni possa essere concessa la libertà a due persone che per carità, dovranno essere reinserite nella società, ma forse non questi tempi cosi stretti...
Tornando invece ai casi ancora "irrisolti", sono il primo a pensare che in assenza di prove non si possa detenere nessuno. E da questo punto di vista mi accodo alla decisione dei magistrati. Resta però il fatto che non è possibile che omicidi, non credo compiuti sempre da maestri del crimine, possano sempre rimanere irrisolti, la ferita nel cuore delle famiglie colpite sempre inesorabilmente aperta.
Non resta a questo punto che confidare, per chi ci crede come me, nella giustizia di Dio, visto che quella terrena, a volte, troppe volte, latita.