io e il mare

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domenica 23 giugno 2013

LA PORTA STRETTA

Da un po’ di tempo non scrivevo qui. La pigrizia, la volontà di dedicarmi ad altre attività, non necessariamente più interessanti ma sicuramente meno impegnative, mi hanno fatto un po’ trascurare questo spazio a cui tengo moltissimo e a cui forse dovrei dedicare maggior tempo ed energia. Questo cappello introduttivo non l’ho pensato a caso, ma si lega a doppio filo a quanto oggi ho avuto modo di ascoltare durante la messa domenicale, un momento importante, un momento di comunione fra le persone al di là del significato più strettamente religioso e rituale che viene dato al termine stesso. Nel commento al passo scelto (dal Vangelo di Luca) il parroco evidenziava la nota esortazione di Cristo a passare attraverso la porta stretta. Un’affermazione, fra le tante sue, così attuale, così viva nel nostro presente , sembra sia stata detta ieri l’altro, sono passati più di duemila anni. Non è uno dei passi più significativi del Vangelo di Luca, forse nemmeno di quelli da ritenersi stilisticamente più belli, ma è di una verità indiscutibile, ancor oggi, a distanza di oltre duemila anni, rispecchia fedelmente quel bivio a cui è costantemente posto l’essere umano, oggi, come allora, sempre diviso nella scelta fra una strada “facile”ed apparentemente scorrevole, fatta di compromessi, meschinità, bugie e maldicenze, la strada del male, ed una strada altresi’ irta di difficoltà, di cadute, di affanni, compensati ed illuminati da quel motore che ogni volta ci permette di tornare a viaggiare, a testa alta e con orgoglio, per affrontare nuove difficoltà, e nuovi ostacoli ed uscirne vincitori: l’amore. Passare per la porta stretta significa percorrere la seconda strada. In questa società individualista ed egocentrica, non siamo più abituati ( e lo dico anche per me ) ad apprezzare quello che abbiamo, che spesso è molto più di quello che pensiamo di avere. Mi viene in mente in questo senso una frase di una persona che alcuni mesi fa mi salutò di prima mattina (era un lunedi’) e mi disse: “ Beato te che sei sempre sorridente (P.S non è vero!) di prima mattina, anche oggi che è lunedi’”. Vedendola dal suo punto di vista capii il senso di quell’affermazione, dovuta appunto alla stanchezza dei nostri tempi, alla difficoltà forse di apprezzare quello che già abbiamo, al fatto che il week end era finito e bisognava tornare a guadagnarsi da vivere. Ma senza presunzione pensai che non ero io quello che sbagliava. Forse nemmeno lui, il suo era un comportamento “umano”. Mi resi conto che ero al lavoro, di questi tempi quasi un privilegio, mi stavo bevendo un caffè e tutto andava bene. Insomma, ho visto situazioni peggiori, ci sono situazioni molto peggiori. Passare per la porta stretta significa rinunciare alla strada ingannevole del male. Sembra una frase fatta, di un’ovvietà disarmante, ma non lo è. Ogni giorno che passa mi accorgo che solo faticando, solo lottando, solo credendo in un certo tipo di valori è ancora possibile passare per quella porta. Sbagliando. Perché tutti sbagliamo, io per primo, ed è solo sbagliando che possiamo avere la consapevolezza di poter riprendere il nostro cammino verso la strada giusta, passando per la porta stretta.