io e il mare

io e il mare

martedì 30 luglio 2013

VI GUARDO DORMIRE

Vi guardo dormire nel respiro vostro affannoso
sognate come bimbi nel silenzio del mattino
da quella finestra scorge una luce furtiva
mentre le vostre mani s'incrociano beate
Vi guardo dormire nel rispetto del momento
vi girate e vi muovete aspettandovi l'un l'altro
da quella finestra s'impone la luce sulla stanza
mentre il tempo passa ed un nuovo giorno si avvicina
Vi guardo dormire, i vostri pensieri stretti stretti
mentre io, lontano, mi perdo in un sorriso,
e preparo la strada verso il mio cammino

IL NULLA

Oggi è una di quelle giornate in cui mi sento vuoto, privo di contenuti, superficiale e melenso. Quando è così è meglio lasciare spazio al silenzio, anche se il mio desiderio di scrivere, di condividere, di realizzare è forte, ma ora devo pensare un po’ anche a me. Ci rivediamo, per chi ha la pazienza di leggermi, in giornate migliori. Oggi sento il nulla dentro di me. Ed io del nulla, non so che farmene.

lunedì 29 luglio 2013

UNA MATERIA DA IMPARARE

Mi rendo conto che dopo due tragedie come quella dell'incidente ferroviario in Spagna, e quella di ieri sera del bus in Irpinia, diventa difficile e forse inopportuno "filosofeggiare" troppo sulla vita, sulla morte, sui perché avvengano queste cose. Quello che possiamo fare, nelle nostre vite terrene, è capire cosa ci può far stare bene, cosa può dare un senso alle nostre vite, e soprattutto capire quanto sia necessario amare la vita, quando essa è ancora in corso, nella speranza di un secondo tempo lassù (io ci credo) al di là degli inevitabili affanni, delle fatiche e sofferenze di questo nostro cammino terreno. A me fa bene ad esempio, nel mio piccolissimo, percepire persone che sanno cosa sia l'anima, la sentano, la respirino, e ne esaltino il motore portante, ovvero: l'amore. Tutto sembra molto semplice a dirsi,
lo so, assai più difficile, anche per chi scrive, da mettersi in pratica. Per restare in tema, uno degli autori che più ha influito sul mio cammino a livello umano è Leo Buscaglia. Il nome di per sé non dice molto qui in Italia, ma chi lo conosce (negli USA è amatissimo ancor oggi) e lo ha letto sa che stiamo parlando di un uomo meraviglioso, la cui luce dell'anima irradia nei suoi scritti a distanza di tanti anni ormai dalla sua scomparsa. Scoprii un suo libro per caso mentre cercavo altre pubblicazioni legate alla mia tesi di Laurea in un pomeriggio estivo assolato del 2002. Il libro aveva un titolo semplice, diretto, a vederlo cosi' forse persino banale, ovvero "Amore". Con il mio solito scetticismo legato ad una punta di congenita malfidenza lo comprai, dopo aver sbirciato furtivamente alcune paginette, operazione che non si dovrebbe mai effettuare all'acquisto di un libro, ma dato che non si trattava di un romanzo, né tantomeno come inizialmente pensavo di un "manuale sull'abbordaggio", decisi di acquistarlo con convinzione ed estrema curiosità. All'epoca ero molto giovane e soprattutto, non mi vergogno a dirlo, pieno di pregiudizi ed assolutamente bloccato sotto tanti punti di vista. Un vero e proprio freno a mano "umano" tirato che cammina. Quel libro lo "divorai" in tre giorni e fu uno dei pochi che cambiò la mia vita, ed il mio modo di vivere le relazioni con gli altri, anche quando tutto pareva più difficile, anche quando occorreva superare degli scogli apparentemente insopportabili, tipo il pregiudizio, la maldicenza, e soprattutto la paura che condiziona le nostre esistenze. Non fu semplice, non fu istantaneo, ci volle tanto tempo, tanta volontà, tante cadute, tante sbucciature sulle ginocchia per poi rialzarsi, come diceva sempre Leo nei suoi libri. Leo Buscaglia fu il primo professore ad istituire una cattedra universitaria sull'amore. Attenzione, l'amore inteso come sentimento "tout court", il cosiddetto "amore universale" (espressione a volte un filo abusata, ma non nel suo caso) non come mera dinamica di amore di coppia o quant'altro. Per quello, esistono, come già accennato, manuali e vademecum di ogni genere ovunque. Le sue conferenze sono visualizzabili su you tube in rete, e quando le vedo mi commuovo per la passione che sprigiona, per l'amore vero che diffonde e su come riesca ad insegnare quella che dovrebbe essere una materia da imparare, visto che noi occidentali siamo assolutamente incapaci di amare, come spesso ricordava Madre Teresa. "Siamo diventati tutti diffidenti, abbiamo tutti paura di sorriderci, di toccarci, di frequentarci. Sembra che stiamo tutti morendo di solitudine." No, non sono frasi mie, ma questa sera le rendo mie perché le sento mie, sono vere, e lui mi ha regalato questi insegnamenti che io vorrei, per chi legge, trasmettere a voi attraverso la pubblicazione della foto che dovreste vedere, ovvero una pagina tratta dal suo meraviglioso libro "vivere, amare, capirsi".

mercoledì 24 luglio 2013

EQUIDISTANZA, SOGNI, DESIDERI E CHIMERE

Quando non si ha molto da dire, meglio restare in silenzio, scrivevo l'altro ieri. Qualche volta succede anche a me, qui, in questa isola di libertà. Ho mille idee che mi frullano per la testa, ma mai come questa sera sono appiccicose e poco produttive come il caldo che le avvolge. L'attualità la vediamo ogni giorno, i telegiornali e internet ce la descrivono cosi bene. Aggiungere altro significa solo gettare legna sul fuoco della paura, dell'inquietudine, della negatività. E quel fuoco non ha bisogno di supporto, del mio supporto. Io vorrei solo poter essere un messaggero di buone notizie e vivere al di là del bene personale, come in una sorta di equidistanza da tutto e da tutti, senza buonismi né ipocrisie. Spero un giorno di crescere anche io. Non ho mai scritto un racconto d'amore, o addirittura erotico. Magari un giorno lo farò. Poi c'è sempre quel sogno, chiamiamolo progetto, chiamiamolo desiderio o chimera, ambientato a Las Vegas, quegli spari, un Re che si piega,si rialza a fatica, poi cade di nuovo, quel sangue che zampilla dal vestito gioiellato... Forse un giorno, chissà...

lunedì 22 luglio 2013

IN SILENZIO, IN DISPARTE, SILENZIOSI, SPERANZOSI...

Oggi ho voglia di scrivere. E io mi conosco bene. Quando ho questo “desiderio” devo lasciar andare me stesso nel modo che mi viene più naturale, non so se è un bene o un male, so solo che è come il libero fluire dirompente dell’acqua da una cascata, mentre le mie parole non vogliono e non devono avere freno, perché questo mi fa stare bene, anche se un tempo dissi che qui non avrei mai parlato di me....Di fatto, non mi metterò a nudo anche questa volta, perché tanto sono sempre scoperto e senza maschere, specie quando mi dedico alla scrittura. Mi piace riportare tutte le immagini che la mia mente pensa quando scrivo, d’improvviso, di getto, in una serata milanese calda e appiccicosa, e la mia voglia di riportare, come in un quadro, questi “flash” visivi fa sì che possa esprimere la mia visione della realtà, tenendo conto che in fondo la realtà di per sé non c’è, esiste solo il modo in cui noi la percepiamo ed interpretiamo gli avvenimenti della nostra vita. In questa nottata afosa ho incrociato donne coperte dalla testa ai piedi, uomini che urlavano, altri soli coi loro problemi mentre la mia mente pensava e ripensava, non so spiegare il perché, ad una ragazza bionda, un vestito nero attillato, la pelle abbronzata, e l’infermabile desiderio di un bacio sotto il tronco di un albero mentre il vento avvolgeva delicatamente quei due corpi. Non era un mio desiderio, era un pensiero che ho avuto in quel momento, un pensiero positivo, di luce, fresco, libero e semplice. Non ero io quell’uomo, non so chi fosse quella donna. La mia auto lentamente entrava nel garage. E’ necessario fermarsi, a volte. Come scrissi tempo fa, quando non si ha niente di dire è meglio tacere, restare in disparte, silenziosi, speranzosi, evitando di essere ridondanti e protagonisti a tutti i costi, rischiando di cadere nell’egocentrismo e nella voglia di protagonismo a tutti i costi. E’ un gesto di saggezza, di maturità, per fuggire dalla lobotomizzazione dei sentimenti, dalla ripetitività dei gesti eclatanti, per distinguere, come diceva quel mio prof (e non è la prima volta che cito questa sua frase) di scuola, “le cose che contano dalle cose che non contano”. Ho voglia d’imparare a capire quali sono le cose che contano.

LA SPERANZA CON CUI VIVERE, LA GIOIA CON CUI CRESCERE

Viviamo lobotomizzati. Io per primo. Diamo importanza a cose effimere, ci arrabbiamo per cose effimere,abbiamo perso il contatto con la realtà dentro il nostro egoismo, la nostra indifferenza. Oggi ho incontrato una collega in ascensore. E’ scoppiata in lacrime. Io la ragione la conoscevo da tempo, vederla così mi ha tanto rattristato, ma è stato un segnale. Io credo ai segnali. Arrivano dall’alto, sono quelli che mi fanno capire che è giunto il momento di stare più vicino a chi soffre, di pensare un po’ meno a me stesso e dedicarmi, per quanto è possibile di più agli altri. Come vale per me, sono certo valga per tutti. Viviamo così, agendo meccanicamente, mangiamo, beviamo, ci messaggiamo freneticamente,
ci divertiamo, scherziamo, facciamo l’amore, accumuliamo. Sì, accumuliamo beni, mettiamo da parte cose che poi non utilizziamo, restano là perché sono un ricordo…Ma quel ricordo svanirà e allora tanto vale viverle le cose, come gli oggetti stessi, di cui spesso siamo schiavi del e nel ricordo. Tutto finirà. Per fortuna, come diceva Lui, tutto passerà ma le mie parole non passeranno. In quella speranza dobbiamo vivere, con quella gioia dobbiamo crescere. Non vedo alternativa. E’ alle sue parole che io mi affido, nei miei limiti, nei miei errori, nella mia incostanza nella preghiera, nella mia incostanza come cristiano. Lo stesso auguro a chi mi legge di fare, anche a chi non ci crede.