Quando soffia forte quel vento del Nord chiamato “Fohn”, il
cielo di Milano subisce un’improvvisa e magica trasformazione, tanto da farlo
sembrare come un’immensa e sconfinata lavagna su cui viene passato un
cancellino invisibile che ne pulisce le scorie e ne elimina le impurità.
Guidare e vedere in lontananza le montagne quasi totalmente
innevate mi fa riflettere sull’immensità del creato, su quello che ci circonda
e sulle nostre esistenze di esseri umani, così incostanti, così ostinati (mi
piace molto citare questo aggettivo spesso usato da Gesù nei confronti di
alcuni suoi discepoli), così fragili e distratti.
Le montagne sono uno spettacolo della natura meraviglioso,
al di là di ogni possibile pensiero, di ogni possibile credenza, la prova
tangibile di una manifestazione del creato cosi imponente, proprio sotto questo
cielo blu che ci avvolge e sembra quasi sorriderci mentre loro si ergono così
maestose davanti ai nostri occhi. E’ lo spettacolo della natura, sai che
scoperta dirà qualcuno, ma a me entusiasma ancora, mi meraviglia e mi sconvolge
come quando ero ragazzo e non davo peso all’origine della mia esistenza, erano
domande che non mi interessavano, volevo bere la vita tutta d’un fiato e non si
ha, come è normale che sia, quella consapevolezza e forse (spero) quella
maturità che con l’avanzare dell’età ti porta nel riflettere sulla vita, il suo
significato, la distinzione fra ciò che conta e ciò che non conta.
Fra pochi giorni la lavagna infinita si macchierà nuovamente
di nuvole che non produrranno però scorie grigiastre, nè scariche di acqua
umida sulle nostre teste in movimento. No. Fra pochi giorni la lavagna potrebbe
macchiarsi di fiocchi bianchi, il cui candore si distenderebbe sui tetti delle nostre case creando un paesaggio come quello che si sognava da bambini, il pupazzo dagli occhi neri con la carota a mo’ di naso, i nostri sogni, la voglia di star bene e sorridere con poco.
Forse anche per questo è bello riscoprire ogni tanto il
cielo, apprezzare quello che ci circonda e farsi delle domande. Quelle giuste,
però.