io e il mare

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giovedì 4 febbraio 2010

WE ARE THE WORLD...

So che questo mio intervento potrebbe portarmi ad essere retorico. Forse anche ipocrita. Ma io, come sempre faccio, scrivo quello penso, e soprattutto quello che sento.
Preso dal mio lavoro, dalla mia quotidianità, dai miei problemi di tutti i giorni, capita ogni tanto, forse non abbastanza spesso, di soffermarmi a pensare che in molte zone del mondo ci sono persone, fra cui tantissimi bambini, che muoiono di fame. E mi vengono i brividi.
Non si può accettare questo nel 2010. E' ingiusto, è incredibile. è nauseante.
Del terremoto di Haiti non si parla più nei telegiornali se non in qualche sporadico caso, nelle notizie in breve. Penso ad Haiti, ma anche a molte zone dell'Africa.
Per questo nel nostro piccolo, tutti, potremmo fare qualcosa. Certo, non basterebbe a risolvere un problema di tal portata, ma sarebbe già qualcosa. Per esempio aderire sempre alle iniziative del banco alimentare per aiutare i nostri poveri, o per inviare viveri ai popoli delle popolazioni più bisognose.
Non si pensa mai abbastanza all'enorme quantità di cibo che viene sprecata, gettata via perchè inutilizzata o leggermente difettata nel confezionamento. Eppure andiamo avanti cosi, con la cultura dell'usa e getta, dello spreco e dell'arricchimento continuo perchè "tanto la cosa non ci riguarda".
Negli anni ottanta, ripudiati da molti perchè considerati portatori sani di cattivi modelli come lo yuppismo e l'esaltazione delle griffes, i più grandi artisti della musica sapevano riunirsi insieme per iniziative come il "Live Aid" o "Usa for Africa". Oggi tutto questo non c'è più, Micheal Jackson non c'è più. Sarò un inguaribile nostalgico ma rimpiango quei momenti, e soprattutto tutti quei soldi raccolti per aiutare i bambini africani.
Non che oggi non si faccia nulla, ci sono tanti enti, laici e religiosi, che si prodigano per questo. Ma non è sufficiente, non può bastare. Ci vuole di più, una sensibilizzazione globale verso un tema cosi importante che coinvolge tutti noi.
Poi spetterà al mondo, alle nazioni piu sviluppate fra cui la nostra, fare un passo in avanti. We are the world, cantava Micheal Jackson con i suoi amici americani. Quanto aveva ragione...

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