io e il mare

io e il mare

giovedì 25 aprile 2013

LIBERARSI E LIBERAZIONE

Milano oggi è bellissima. Lo dice uno che non la ama tanto, che sogna di vivere a Roma, innamorato del clima capitolino ignorando forse che è una citta ancor più invivibile di quella meneghina. Resta il fatto che c’è il sole, il cielo è insolitamente azzurro, in attesa di altre piogge previste per i prossimi giorni, ma meglio non pensarci, tanto il sereno tornerà… Io non so cosa significhi il 25 aprile, sono molto ignorante in questo senso ed è grave. So però , per quello che ho imparato sui libri di scuola, che è una data importante, una data che dovrebbe unire tutti noi contro ogni forma di totalitarismo, anche quello economico e mascherato che stiamo per cervi versi vivendo oggi. Non ci sono alternative. Per avere fiducia nel futuro occorre tornare alle origini e allo stile di vita delle persone di quel periodo. Senza ovviamente ricorrere alla guerra o riecheggiare la miseria. Per carità. Bisogna semplicemente ritrovare l’amore per le cose semplici, ringraziare sempre la Natura, o se ci credi come me Dio per quello che abbiamo, che è comunque molto rispetto a certi paesi in certe zone del mondo. Ritrovare l'unione, ritrovare la famiglia. Liberiamoci poi dalle catene del cervello, che silenzioso elabora immagini negative e ce la spiattella davanti come fossero la realtà. Ma la realtà poi è solo come noi la vogliamo percepire. Le difficoltà ci sono, ma si affrontano. Se le si ingigantisce ulteriormente, si perde in partenza e non ci si "libera" mai. Io faccio molta fatica in questo periodo, ma è un obiettivo che voglio portare a termine per stare bene, per compiere la mia missione in questo mondo. Per questo occorre perdere poco tempo e sfruttare questa giornata all’aperto, laddove è possibile, e credere nell’amore. Anche questa, forse, è liberazione.

martedì 9 aprile 2013

DIECI ANNI FA, OGGI, CON LEGGEREZZA…

Oggi mi permetto un breve excursus su un ricordo a cui sono tanto affezionato. Di fatto, dieci anni fa oggi correva il giorno della mia laurea. Faceva freddo quella mattina del 10 aprile 2003. Più o meno c’era lo stesso clima uggioso e invernale di oggi. E come la notte appena trascorsa, anche se per motivi molto diversi, di dormire non se ne parlava nemmeno... Non vorrei scrivere un contributo retorico, non penso di esserne capace, mi piace solo riecheggiare alcuni di quei momenti di quel giorno come un flash, con immagini a volte un po’ sbiadite del tempo che inesorabilmente passa e che ci permette però di rivivere, grazie ai supporti tecnologici, scene, situazioni, emozioni con una prospettiva diversa, di sicuro, con una consapevolezza ed una maturità (si spera) legata ahimè all’aumentare degli anni. La sveglia come oggi puntata alle sei, la solita frenesia quasi fantozziana nel lavarsi e nel vestirsi, con i consueti dubbi lofiniani sull’adeguatezza del vestito o meno, e con la certezza dello spuntare di qualche brufolo inatteso come ospite sgradito a fare da corollario alla discussione. Non posso dimenticare quel Taxi, la scomodissima Fiat Multipla che sotto una pioggia battente trasportò me ed i miei genitori da casa alla sede centrale dell’Università, l’arrivo di tutti gli amici e i parenti, la discussione, il mio relatore che solo un anno dopo, purtroppo, sarebbe prematuramente scomparso, il presidente di commissione nonché capo istituto, in pratica buona parte dell’equipe dell’istituto di Iberistica dell’epoca davanti ai miei occhi, insieme ovviamente ai commissari esterni. Dietro di me, tante persone, tanti sorrisi, tanto affetto, ma io non vedevo e non sentivo nulla. Alla fine, come in tutte le situazioni della vita, sei da solo, e sei solo tu che le affronti e solo tu sai come poterle vincere e controllare. Tornai a casa con una sensazione di leggerezza, la stessa che provi quando sfogli la pagina di un libro dalla carta sottile e passi all’altra, quasi senza pensarci. Oggi, a dieci anni di distanza, mi accontento di ricordare ma soprattutto di vivere le stesse sensazioni, ricevere e ricambiare (almeno ci provo) lo stesso affetto, ma soprattutto provare la stessa sensazione di forza nell’affrontare le prove del tempo che passa. Il tutto con estrema leggerezza.

lunedì 1 aprile 2013

LA SOLUZIONE

Capita a volte di essere tristi, di avere paura. Oggi io mi sento cosi’. Succede anche a me, in questo inverno che sembra non finire mai, in queste giornate grigie e fredde, con la voglia di starsene sotto le coperte, a dormire, a pensare, a ricordare. Se c’è una cosa che mi piace della mia età è la consapevolezza raggiunta. Ormai so cosa è la vita, so come è fatto il mondo e non mi sorprendo più di tante cose. Forse è per questo che in giornate come oggi rimpiango un po’ quell’età (e non parlo di tantissimo tempo fa ) in cui ancora quella consapevolezza non c’è l’avevo. Sognavo ad occhi aperti, e realizzavo tardi che la vita è un susseguirsi di emozioni, un susseguirsi di pietanze, alcune dolci, alcune salate, alcune, ahimè, amare. Il solo rimedio per tutto questo è vivere nell’amore. Non avrò pace fino a quando non avrò capito questo, e per una volta mi lascio andare ad una considerazione diretta e personale. Non mi piace avere paura, voglio vivere sereno, nelle difficoltà, con la gioia che solo l’amore può dare, al di là di tutte le cose inutili che mi circondano, di tutti i pensieri e le azioni insignificanti che provano a dominarmi, e ultimamente, ahimè, sembrano riuscirci. Mai come in questo momento abbiamo tutti bisogno di stringerci forte e di un sorriso che ci illumini, al di là delle paure, al di là delle incertezze. Ho combattuto, e continuo a farlo, con un nemico invisibile chiamato paura. Quando sono riuscito a vincerla, ho vissuto la mia esistenza compiutamente, nel bene, qualche volta commettendo sbagli perché santo non sono, ma con la consapevolezza di non essere bloccato da quel nemico invisibile. Non la accettavo, ora la riconosco e la lascio andare via. Parlavo prima di rimedi, di soluzioni. Le soluzioni sono molteplici, quelle efficaci, poche, legate a quella che in realtà è la soluzione, per me, per tutti coloro che ci credono: Dio, e nello specifico Gesu’, Dio che si fa uomo per noi, che sorride a noi mostrando che noi possiamo arrivare a lui identificandoci in lui. Se solo riuscissi a stampare meglio nella mia testa questa immagine, quel nemico invisibile non potrà mai più, appunto, farmi paura. Ma evidentemente ogni cosa ha il suo tempo, ogni vino ha il suo tempo di maturazione e nel mio si necessità di una vendemmia più lunga, di una fermentazione più elaborata, nella ricerca della soluzione. Nel sorriso di Papa Francesco recuperiamo la soluzione, che è l’amore, quell’amore non legato al possesso ma al desiderio di stare insieme nella gioia, nella condivisione, nell’accettarsi, nel capire come è bella la vita che è un dono meraviglioso e che anche io, malgrado i miei errori, e tutti voi, insieme, abbiamo trovato la soluzione. Buona Pasquetta a tutti