Non mi
capitava da tempo di trascorrere una mezz’oretta al PC, al buio, ed ascoltare
della buona musica. Oggi era scritto che mi dovessi lasciar trasportare
dalle emozioni delle canzoni di Franco Califano. Ne ho ascoltate parecchie,
alcune nemmeno le conoscevo, e mi sono letteralmente lasciato portar via, come
in un vortice, identificandomi totalmente in quelle parole, una in particolare
che è forse la chiave di volta di tutta la sua produzione musicale, oltre al
caposaldo di tutta la sua esistenza terrena: libertà.
Ho bisogno di sentirmi
libero, sono e sarò libero fino alla fine dei miei giorni. Se essere libero
significa essere egoisti, allora vuol dire che sono egoista, nessuno è perfetto
tantomeno io. Questo desiderio di libertà l’ho sentito tanto forte oggi pomeriggio
mentre ero al buio, nel silenzio della mia camera, con un the caldo, i miei
pensieri (che non mi ingannano più) e la voglia di starmene da solo con essi,
nella pace di un finto silenzio milanese, al buio, in attesa che la sera arrivi
e con essa il tempo del riposo notturno. Il lunedì di lavoro può attendere.
Mi
piace camminare a lungo per le strade, incontrare persone, sentirmi come un’aquila
che vola rasoterra e pensare ogni tanto al tempo che passa, ricordi d’infanzia
che riaffiorano, altri che riappaiono non appena apri la scatoletta virtuale, e
scopri che quei bambini di una volta non ci sono più, molti di loro hanno a
loro volta dei bambini, le rughe segnano i loro volti, ma sono sempre loro,
come io sono sempre io in questo amabile finto silenzio della domenica sera.