io e il mare

io e il mare

mercoledì 15 maggio 2013

ALLENAMENTO, COSTANZA E VISUALIZZAZIONE

Ci sono giornate che nascono un po’ storte. Succede, come in quella di oggi, ma ho imparato un mio piccolo segreto per riuscire a svoltare, a raddrizzare,anche quei giorni in cui tutto sembra girare per il verso sbagliato. In primis, dividere la giornata in ore, e fissare un obiettivo per l’ora successiva. Non si tratta certo di una scoperta straordinaria, me ne rendo conto. Eppure funziona. Un obiettivo che se raggiunto può sicuramente far dimenticare tutto quello che nelle ore precedenti non è andato come volevamo e a tirarci su. Un po’ come diceva Ford, un grande compito risulta meno difficile se frazionato in “compitini”, o meglio dire, piccoli segmenti. Non tutte le giornate sono uguali , questo pensiero mi reca sollievo perché pur sembrando un luogo comune è la pura verità. Tutto cambia, tutto muta, ed ogni giorno ha caratteristiche diverse dall’altro. La nostra mente tende a catalogare tutto, e chissà perché, ha una certa predisposizione solo a ricordare gli eventi negativi. Forse dovremmo tutti allenarci a ricordare gli eventi positivi, quelli che hanno prodotto dei risultati positivi, seppur in ambiti diversi, e ripeterli, fino ad ottenere dei nuovi risultati positivi. Ogni tanto mi alleno ripensando a quei pomeriggi da studente in cui , per usare un’espressione cara di quel periodo, “mi mettevo sotto” coi libri e trascorrevo pomeriggi a rileggere, sottolineare, a ripetere come un pappagallo, spesso con un sottofondo di musica classica che serviva a darmi il ritmo giusto. La voglia di riuscire, di superare quell’esame e di vincere quella partita, mi faceva visualizzare l’obiettivo da raggiungere, e con quell’immagine mentale stampata in testa riuscivo a superarlo poi l’esame, e così quello successivo,fino al raggiungimento del traguardo finale. Come in tutte le situazioni della vita, ci vuole allenamento. Senza costanza non si va da nessuna parte,in nessun campo della vita.

martedì 14 maggio 2013

USCIRE, RITROVARSI E CONOSCERSI

Mi stanca dover parlare di fatti violenti di questi giorni. So solo che pensare di perdere la vita perché un pazzo ti prende a picconate all’improvviso mi lascia assolutamente attonito e costernato. Vorrei invece parlare di tutta la gente che ho incontrato lungo la martesana domenica scorsa, nella mia lunga camminata sotto un piacevole e caldo sole primaverile. Ho rivisto famiglie, tanti ragazzi, ma anche tanti nonni insieme, in bicicletta, mentre nel putrido e verdastro canale trovavano comunque spazio anatre, e soprattutto tante nutrie Fin qui nulla di sconvolgente, se non riscoprire che appena arriva la bella stagione abbiamo tutti bisogno di stare all’aria aperta, di stare a contatto con la gente, di guardarci, di toccarci, di sorridere. Questa è l’era della virtualità, dei rapporti finti e digitali, meno male che la primavera e l’estate invogliano a uscire dalla spirale virtuale che ci sta avvolgendo sempre più, me incluso, e lo dico assumendomi tutte le colpe del caso che so di avere. Viviamo perennemente condizionati dalla marea di informazioni che Facebook e Twitter (ma quest’ultimo è per me più utile per comunicare, a differenza dell’altro) ci propinano ogni giorno. In particolar modo Facebook è divenuto la valvola di sfogo per frustrazioni di ogni genere, quasi un modo per dire al mondo “ohi, guarda che anche io esisto, ci sono anche io”. Non ci sarebbe nulla di male in tutto questo, peccato che spesso si manifesti con bestemmie, insulti, maldicenze, insomma tutto il campionario di cattiverie che domina il genere umano dalla notte dei tempi e che illude di rendere tutti noi più forti ogni volta che lo utilizziamo. Peccato, appunto, che sia una pia illusione. Un caro amico giornalista dice che il bene batte il male 2-1 ai tempi supplementari. Forse ha ragione, ma vorrei che ci allenassimo tutti, a partire da chi scrive, per fare in modo che nelle partite da disputarsi contro un avversario scorretto e sleale, si riuscisse ad avere la meglio già nei tempi regolamentari. E allora usciamo, troviamo lo spazio per stare a contatto con la gente. Quando il povero Mino Damato diceva, con grande coraggio “se avete la possibilità di uscire di casa stasera fatelo, state insieme,ritrovatevi in piazza, non guardate la televisione” lo faceva anche e soprattutto a discapito dell’ascolto per la sua trasmissione. Ma trasmetteva un messaggio di unione fra le persone, già vent’anni fa la televisione aveva reso le persone degli animali solitari, oggi ci pensa internet ad acuire tutto questo, permettendo a differenza del tubo catodico di interagire con altri animali solitari, riuscendo cosi nell’impresa non di creare compagnia, bensì in quella di sommare una, due, o più persone sole, per non dire “animali” solitari. Godiamoci il sole, finchè resta, e se non possiamo, in quei momenti liberi che ci restano, sorridiamo al cielo, e se fuori piove ok restiamo a casa ma leggiamo un buon romanzo, guardiamo un buon film. E per chi ci crede, preghiamo ed impariamo la parola di Dio. Quella male mai non fa.

venerdì 10 maggio 2013

L'IDEA CHE TU ESISTA

Mi lascio abbandonare all’idea che tu esista in un luogo lontano, sciogli i tuoi capelli al vento mentre fuori piove e tutto il mondo sembra tacere Mi lascio abbandonare all’idea che tu esista sola, sorridente, aspetti fiduciosa quella luce mentre fuori tutti corrono e nessuno sembra tacere Mi lascio abbandonare all’idea che tu esista tanto bello sognarlo nel riflesso dei tuoi occhi mentre te sola, silenziosa, aspetti e ti abbandoni alla sola idea che io esista

lunedì 6 maggio 2013

AUTENTICO E SINCERO, LIBERO E TRASPARENTE

Nelle mie riflessioni quotidiane, in particolar modo quando mi abbandono a lunghe camminate lungo il Naviglio con l’immancabile musica nelle orecchie, c’è spesso spazio per un pensiero affascinante e un po’ complesso, quello legato all’amore di coppia. Altre volte in questo spazio ho parlato d’amore, dilungandomi maggiormente sul concetto d’amore per me più importante, ovvero quello “universale”, legato ai gesti, alle azioni, alla sfera religiosa, lasciando invece da parte quello più frequentato nei salotti e forse più trattato nei libri di psicologia, quello dalle facili etichette nonché dalle situazioni legate al menage uomo-donna, uomo-uomo, donna-donna, e via discorrendo. Oggi, al contrario, mi piace pensare al rapporto di coppia, all’amore che improvvisamente (più o meno) accende due persone e le fa stare insieme, le unisce, in una magia che resta per molti versi inspiegabile se non al di là di un’analisi superficiale legata alla mera attrazione fisica. Quella può unire chiunque, soddisfare un per carità legittimo (più o meno) bisogno momentaneo, ma inevitabilmente, essendo momentaneo, è fugace, non duraturo, non lascia tracce, mentre l’amore è di per sé un segno distinguibile, è quella linea a volte continua altre tratteggiata che solca inevitabilmente il percorso della vita di due persone, per un tempo più o meno lungo. Già, un tempo più o meno lungo, e quante parole sono state scritte, quante riflessioni, quanti trattati, ed ancora nessuno è riuscito realmente a capire essenzialmente come funzioni se non, soggettivamente, chi lo vive, nella propria esperienza, con le proprie gioie e ahimè, come è inevitabile in questa nostra vita terrena, i propri dolori. Non sono uno psicologo, non conosco le dinamiche della mente ma ho avuto un po’ d’esperienza tale da accorgermi che il modo in cui viene vissuto cambia a seconda dell’età. Come già dissi in un altro mio intervento, l’impeto con cui vivi l’amore a sedici anni è assolutamente ineguagliabile, mentre a trenta per molti si trasforma in qualcosa di più ragionato, di più misurato, per non dire (spero di non essere frainteso) “calcolato” o calibrato. Sempre ammesso che l’amore, quello vero, possa essere “calcolato”. Se si ama, si ama totalmente, senza freno a mano tirato. Ma è solo un parere personale frutto della percezione con cui la vivo. Come affermo spesso, posso sbagliare anche io….Ma solo qualche volta…  In questi giorni assistiamo inermi alle notizie tragiche dei notiziari legate al continuo ripetersi di episodi di violenza efferata e sanguinaria contro le donne. La maggior parte di essi sono addirittura omicidi da parte di ex fidanzati o mariti perlopiù lasciati dalle loro rispettive compagne, che esasperate arrivano al passo sacrosanto di lasciare i loro partner, o perché l’amore è finito (e può finire, come tutte le cose di questo mondo), o perché desiderano avere un amore vero con una persona che le ami veramente. L’amore non è possesso. L’amore non è violenza. Almeno per me. Nessuno è nostro. Spesso si confonde questo sentimento, che dovrebbe essere puro e legato da nessun condizionamento (più volte ho scritto che gli esseri umani amano con la “condizionale”, e continuo a pensarlo, ergo “ti amero a patto che…ti amerò se tu amerai me…”, pazzesco…) e lo si associa all’idea di un sentimento che obbliga al possesso. Occorre ripeterlo, nessuno è di nessuno. Mi rendo conto che è difficile, quando ami davvero il terrore di perdere qualcuno spesso travalica il sentimento che si prova davvero. Si dice che è il troppo amore a far perdere il lume. Certo che lo è. E’ il troppo amore per se stessi però, per il proprio benessere, per la propria apparente felicità. Ma non per quella altrui. La vita di una persona, in ogni caso, vale molto di più di un abbandono, che non è mai definitivo da parte della vita. Quante volte abbiamo sentito dire “non troverò mai una o uno come lui o lei” e poi, mesi dopo, magari anni dopo, trovare la stessa persona felice con un altro partner al suo fianco. Credo che la vita offra sempre nel suo percorso altre possibilità, magari anche migliori di quelle precedenti. Chiudo con un ultimo pensiero, legato all’autenticità del sentimento. In un rapporto di coppia vero questo deve essere trasparente, lineare, essenziale nella sua semplicità, perché in quanto autentico travalica da ogni egoismo. Anche da quello che ahimè ogni tanto vediamo dominare in qualche coppia apparentemente felice, ma che antepone il proprio desiderio di non rimanere da soli a quello di vivere una storia autentica, una relazione autentica, un amore autentico. L’amore è al di là di ogni esigenza, nella sua spontaneità, non può crescere in un’ottica egoistica. C’è quando è sincero, unico, esclusivo, dirompente, il più possibile reciproco in un rapporto di coppia. Quando è universale, come piace a me, basta solo che sia donato. Gratis.