io e il mare

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sabato 18 febbraio 2012

CE L'HO MI MANCA, CE L'HO MI MANCA, CE L'HO MI MANCA....




L’attualità propone molti spunti interessanti su cui poter scrivere delle riflessioni. Va da sé che in questo mio spazio cerco sempre di essere il più trasversale possibile, passando appunto dall’attualità alla quotidianità, cercando dei legami fra ognuna delle due.
Non mi dilungherò quindi sulla questione Celentano che stasera, in quella che sarà l’ultima puntata del Festival, si esibirà ancora fornendo il solito campionario di concetti messi qua e là e alla rinfusa (troppi) intermezzati da alcuni pezzi del suo repertorio (troppo pochi). Altri hanno già espresso il loro parere, io mi permetto soltanto di dire che nella vita, ognuno, dovrebbe svolgere la professione che sa fare meglio invece di sconfinare in campi che non sono di sua competenza. In Italia spesso non succede.
Vorrei anche scrivere due righe sulla falsa invalida “catturata” a Pinerolo, una cieca dalla vista di una Lince tanto da permettersi di andare in giro a fare compere ed osservare le vetrine senza nessun tipo né di fastidio né di remora verso la comunità. La stessa assenza di scrupoli che ha avuto la commissione medica che l’ha visitata per assegnarle la pensione. Chapeau.
Mentre scrivo, mi accorgo che il mio articolo si sta impregnando di negatività. E questo non è bene. E allora quale miglior modo di cambiare rotta (di questi tempi , riecheggiando la sciagura della Concordia, sarebbe meglio usare metafore migliori, ma ormai è andata…) proponendo un messaggio di speranza, e soprattutto di continuità, legato invece alla quotidianità, alla vita di tutti i giorni.
Mentre passeggiavo in un noto centro commerciale dell’hinterland milanese per lo shopping del sabato, si era improvvisamente creata un’enorme folla di bambini, tantissimi, come non vedevo da tanto tempo, con loro i rispettivi genitori, tutti uniti davanti ad uno stand con la gloriosa e storica effige della “Panini”. Non credevo ai miei occhi. Figurine ed album dei calciatori per terra dappertutto, mazzette di figurine ovunque, tutti insieme (non ho resistito alla curiosità, ho chiesto il perché di quella simpatica “calca”, in principio credevo regalassero l’album con un po’ di figurine per poi scoprire che non era cosi’, oh beata ingenuità in età senile…) per scambiare col “banco” della “Panini” le figurine doppie con altre evidentemente mancanti.
Che bello. “Ce l’ho, mi manca, ce l’ho mi manca, ce l’ho, mi manca…”. Certo, i tempi di “dammi Nuciari per Faccenda” sono passati per il sottoscritto, ma evidentemente questa simpatica litania funziona ancora.
Che bello, i nostri bambini hanno ancora eredito qualche nostra sana passione, non sono del tutto lobotomizzati come gli adulti davanti ad un pc o a una consolle di videogames. Di questi tempi, non è affatto poco.

domenica 12 febbraio 2012

ONE MOMENT IN TIME


Oggi in molti hanno ricordato Whitney Houston sui social network, in televisione ed un po' su tutti gli organi di stampa. Io non ne conoscevo benissimo la storia artistica, ma non potevo restare indifferente di fronte alla sua voce che fin da quando ero ragazzino accompagnava seppur indirettamente alcuni momenti della mia vita, prima con canzoni anche ritmate e spensierate (vedi "I wanna dance with somebody") poi con canzoni melodiche in cui la potenza della sua voce, unita ad un timbro inconfondibile, la rendeva assolutamente unica, come nel successo mondiale di "The Bodyguard".
Il mio scritto invece, in poche righe, vuole soffermarsi su come ahimè Whitney Houston sia l'ennesima vittima del cosiddetto "male di vivere" che attanaglia la società occidentale, in cui il benessere ed in taluni casi la ricchezza abbondino rendendo, questo è innegabile, piu'agevole nonchè meno affannosa la vita di molte persone.

Evidentemente però tutto questo non sempre basta per sentirsi bene, e gli affanni non sono quelli del portafoglio, nè tantomeno legati ai beni materiali.. La fatica è data dal male di vivere che colpisce queste persone che si sentono sole, malgrado abbiano tutto, e si siano in alcuni casi consegnati alla dipendenza dalla droga per i piu svariati motivi, forse con l'azzardata (a volte) convizione di uscirne,forse con l'idea che la droga possa aiutarti a non pensare a quello che ti manca...

Ma cosa manca? forse l'unica risposta è nelle parole di Madre Teresa. Questa donna meravigliosa disse che in Occidente c'è tanta fame d'amore, e che l'assenza d'amore era la piu grande malattia di questa società del benessere.
Credo che avesse visto giusto anche questa volta, come sempre, nella sua semplicità. Tutto questo evince da ogni discorso legato a tutta la letteratura del rock and roll, alle vittime del successo schiacciate dagli eccessi di una vita al di là della sfera reale, di cui purtroppo Whitney Houston è l'ultima vittima, pochi mesi dopo la povera Amy Winehouse.
C'è da sperare che le parole di Madre Teresa, nella loro semplicità, possano un giorno entrare nel cuore, ed anche nella testa, di tante persone che pur avendo molto, moltissimo dalla vita, si sentono infelici e non si rendono conto, consapevolmente o meno, di quanto siano fortunate.

giovedì 9 febbraio 2012

GODITI IL SILENZIO PARTE II


Tempo fa, forse due anni fa, scrissi dell'importanza del silenzio. Oggi vorrei ritornare su questo tema, spesso trascurato, perchè nella società attuale non c'è spazio per questo compagno imprescindibile se non nelle fisiologiche ore di sonno notturne.
Il silenzio è il pane della preghiera e il sale della meditazione. Nel silenzio è possibile raggiungere quella pace necessaria per ritemprare lo spirito, e rafforzarlo dopo ore di urla, schiamazzi, milioni di parole gridate che volano via nel vento, senza lasciare traccia.
Il silenzio va alternato alle parole, sensate, non buttate all'aria ma ponderate, e alla ricerca di un ascolto maturo, piu'votato alla crescita personale e alla capacità di capire anche le ragioni altrui, i sentimenti altrui.
Spesso ce ne dimentichiamo. Il silenzio in questo è grande maestro nel ricordarcelo quando anzichè parlare sappiamo ascoltare.