io e il mare

io e il mare

martedì 23 agosto 2011

C'ERA UNA VOLTA IL TENNIS...


Il tennis è uno sport meraviglioso. In un racconto che scrissi alcuni anni fa lo definii come la più calzante metafora della vita. Da tempo poi pensavo di dedicargli un contributo nella mia isola di libertà.

Fatto sta che su suggerimento di un caro amico, riprendo questo mio spazio per scrivere di questa passione a cui ero molto legato ai tempi della mia infanzia ed adolescenza, e che oggi ricordo affettuosamente sperando un giorno di poterne decantare ancora le lodi come in quei giorni in cui trascorrevo interi pomeriggi davanti al video, nella speranza un giorno di poter emulare le gesta dei miei idoli del tempo, nell’ordine Mcenroe, Connors ed in ultimo Boris Becker.
Purtroppo, ancora una volta, vengo risucchiato inevitabilmente, ma direi anche dolcemente, dalla spirale dei ricordi e dall’inguaribile clichè secondo cui “una volta tutto era più bello, tutto era più romantico” etc etc etc…
Nel caso del tennis, come vedo dalle opinioni di molti miei amici, è ahimè realmente cosi’. Una volta era diverso, una volta era più bello, più appassionante, meno noioso. Piaccia o meno, purtroppo è la realtà. Mi sforzo quotidianamente di guardare del tennis maschile sui pochi canali in chiaro disponibili, e quando sono ospite da amici provo sui canali a pagamento a vedere qualche partita. Ci provo, dopo qualche sbadiglio e scuotendo la testa sono costretto a cambiare canale oppure a spegnare
Le ragioni del mio disamoramento per questo sport sono quelle che colpiscono in molti. L’evoluzione inarrestabile dei materiali unita all’ossessione per la preparazione atletica ha fatto sì che la velocità del gioco e la potenza smisurata abbia preso il sopravvento sulla tecnica ed il talento
Se a questo uniamo una carenza generazionale di straordinari talenti a parte Federer e pochi altri (mi perdonino gli appassionati di Nadal, ma ritengo il catalano un misto di straordinarie qualità atletiche e psicologiche più che tennistiche), il quadro è evidente agli occhi di tutti. Il gioco è noioso, ripetitivo, non si vede più una che sia una discesa a rete. A Wimbledon, ormai da dieci anni, nessuno fa più serve and volley se non in sporadiche occasioni. La velocità della palla è tale da impedire di scendere a rete sul servizio ed in caso di risposta dell’avversario il povero attaccante è impossibilitato ad effettuare la volèè se non da trequarti campo.
Nostalgia. Ed un pizzico di rabbia. Nostalgia per il tennis dei miei idoli di un tempo, come ho scritto all’inizio. Mi manca il servizio mancino ad uscire di Mcenroe, le sue voleè smorzate, i suoi tocchi deliziosi, persino le sue incazzature ingiustificate ed inammissibili, ma che erano parte del suo genio inimitabile. Mi mancano i tuffi di Bum Bum Becker, la classe infinita di Edberg, roba da poesia del tennis. Mi mancano poi i dritti anomali di Lendl, la regolarità di Borg e Wilander, mi manca il carisma ed il rovescio micidiale bimane di Jimmy Connors, la genialità di Henri Leconte.
Scusate se mi manca tutto questo a voi che amate il tennis moderno. Scusate se mi manca il tennis vero che non tornerà mai più.

1 commento:

  1. Concordo su tutto.Ti ringrazio per questo splendido pezzo,che ho letto con grande interesse! Il tennis vero manca moltissimo anche a me...

    RispondiElimina