io e il mare

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sabato 23 maggio 2015

L'ATTESA IN UNA SPERANZA






La notte fa capolino. Le giornate si stanno allungando sempre più, fra un mese si raggiungerà il culmine di quella stagione che ho sempre amato più di tutte, quella primavera che sfocerà nell’estate, speriamo non troppo calda e comunque soleggiata e luminosa. E’ un desiderio ed un augurio anche metaforico, non posso e non voglio più nascondere i miei stati d’animo. Qui mi esprimo in piena libertà da sempre, qui scrivo da sempre quello che voglio. Non posso che offrire questo.

Da alcuni giorni, e non solo per la contingenza della situazione familiare che mi vede direttamente coinvolto, rifletto sulla fede, sulla sofferenza, sul rapporto intrinseco fra malattia, uomo e Dio. Leggo, rileggo e ripenso. E risposte valide, a livello razionale, non possono esserci. Pertanto, l’unica risposta che va al di là di un “uno più uno che fa due” non può che essere l’abbandono alla fede, ad un disegno, quello di Dio, di difficile se non impossibile comprensione per noi umani che come Gesù stesso ricorda nel vangelo pensiamo da umani e non secondo la linea di pensiero di Dio.

La vita purtroppo, come diceva qualcuno, non è sempre rose e fiori. No, me ne sono accorto presto, fin da piccolo ho capito come funzionava questo spartito. Quando lo suoni, ci sono dei momenti in cui la sinfonia è meravigliosa, soave, gioiosa. In altri momenti è cupa, pesante, triste. E’ la canzone della vita, e ci piaccia o no è così. Ed occorre accettarlo. Anche perché alternative, purtroppo, non ve ne sono.


Sarebbe bello se la vita fosse un percorso lungo che so più di cent’anni senza malattie e sofferenze, coi genitori che campano altrettanto, successi professionali, benessere economico, amori da Giulietta e Romeo e chi più ne ha più ne ha metta. Tutto questo è bellissimo. Tutto questo è favoloso. Sicuramente surreale. Tutto questo non è la vita.

Io non so cosa ci sia di là. Da credente ho fede e speranza per qualcosa che ci attenda oltre quello che c’è qua. Intanto, malgrado tutto lotto, cado, mi rialzo, sbaglio e mi correggo. Sempre sperando in tempi migliori in cui il sorriso torni a splendere come il sole assente in queste lunghe ed affannose giornate di fine maggio.

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