io e il mare

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sabato 21 gennaio 2012

CAPITANI CORAGGIOSI



A volte è difficile distinguere il sottile confine fra la volontà di sdrammatizzare un evento tragico da un lato e l'eccesso di cattivo gusto dall'altro.
Il mio riferimento è alla tragedia della Nave "Costa Crociera" sull'isola del Giglio.
In questi sette giorni trascorsi dal giorno della sciagura, abbiamo sentito di tutto, registrazioni di telefonate intercorse fra l'ormai famigerato Capitano ed il Comandante di Porto, testimonianze dei sopravvissuti, una donna moldava presente e testimone oculare di tutto o quasi quello che avvenne in cabina di comando in quelle concitate ore.
Oltre a ciò, immagini a ripetizione in tutte le salse immortalanti i momenti della tragedia, con le urla della gente, il panico percepibile anche nelle nostre case al caldo, davanti alla tv, con un bel piatto di pasta (o di minestrone, preferibile visto il clima attuale) fumante e con il cervello sempre pronto ad assorbire tutto come una spugna.

Peccato che le spugne,dopo un po', diventano marcie e la mente di molte persone si comporta grazie a Dio allo stesso modo, rifiutando di assorbire quell'acqua sporca che i media ci propinano, un liquido fetido fatto di spettacolarizzazione della tragedia, dibattiti con esperti, contro esperti,indagini, contro indagini, plastichi, supposizioni fantasiose e quant'altro.
Attenzione, non dico che non se ne debba parlare. Il diritto di essere informati è sacro, per carità del cielo. I rotocalchi hanno tutto il diritto di farlo.
Non mi è piaciuto però vedere le immagini di alcuni telegiornali, ascoltare le urla delle persone disperate in preda al panico, ma questo è il mondo in cui viviamo, in cui la vita non ha alcun valore, la morte viene "mistificata" in modo tale da renderla un evento spettacolare, quasi da osannare.

Vorrei solo che ci fosse piu rispetto per i morti, tutto qua. Non sempre ne vedo. Vorrei solo che ci fosse piu rispetto però anche per i vivi, anche per chi ad esempio forse non ha piacere a rivedersi in quei momenti mentre risente le sue urla, mentre la sua vita e quella dei suoi cari a bordo era in pericolo.
Forse chiedo troppo, me ne rendo conto. Devo imparare a stare al passo coi tempi...

Per quanto invece riguarda i vari link su internet che raffigurano il comandante Schettino in varie situazioni, creandone una macchietta, non so come esprimermi. Io credo che l'ironia possa essere utile a sdrammatizzare in certe situazioni, e a rendere meno pesante una tragedia cosi' incredibile nel senso più letterale del termine, "da non poterci credere". Eppure è avvenuta.
Ma non posso altresi' nascondere di aver visto qua e là, sui social network, più d' un eccesso di cattivo gusto, perchè come al solito l'uomo ( ed io non penso di esserne immune ben intesi) a volte non riesce a decifrare il limite da non oltrepassare, e non vede al di là della propria prospettiva, entrando al di là di quelle colonne d'Ercole che come ben si sa, è sempre meglio non varcare perchè non sai mai cosa puoi trovare.

Concludo con un consiglio letterario, di questi tempi direi imprescindibile ed opportuno: torniamo a leggere uno dei capisaldi della nostra infanzia e della nostra adolescenza: "Capitani Coraggiosi" di Rudyard Kipling.
Servirà a farci capire cosa è il mare, cosa significa essere veri capitani, al di là di ogni altro superfluo giudizio su quanto avvenuto all'isola del Giglio. Ci penserà la storia a farlo, e per chi ci crede, come me, Dio.

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