io e il mare

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venerdì 9 dicembre 2011

CONFIDANDO IN QUELLA DIVINA, ASPETTIAMO (INVANO) QUELLA TERRENA...


L'Italia è un paese un po' fatto a modo suo. Il paese delle caste, delle "cupole", dei privilegiati, dei governi tecnici, degli scontrini fiscali non emessi, e cosi via....
L'Italia è ahimè anche il paese diventato estremamente semplice uccidere una persona e farla franca, sia nel caso in cui, per pura sfortuna, ti colgano con le mani nel sacco, sia nel caso in cui (quasi sempre) non riescano a beccare il colpevole.
Lunge da me accodarmi alla lunga schiera di rotocalchi televisivi, notiziari, quotidiani e settimanali che si occupano degli omicidi irrisolti. Già fanno loro questo mestiere con mezzi e metodologie (spesso discutibili) che non mi riguardano e non mi appartengono.
La mia riflessione è invece più spiccia, più concreta, e legata ad un grosso problema di fondo legato alla certezza della pena, ed alla modalità con cui vengono condotte le indagini.
Non mi piace parlare di ciò che non conosco, non ho la benchè minima idea di come lavori la polizia scientifica, I RIS e via discorrendo.
Quello che mi lascia addolorato è sapere che una famiglia come quella di Chiara Poggi possa ancora non avere giustizia. E forse non l'avrà mai. Questo è solo l'ultimo episodio in una triste sequenza, che tutti conosciamo, vedi Meredith Kercher.
Tutti assolti. I colpevoli, liberi, forse con macigni (evidentemente non cosi' pesanti) sulla coscienza ma comunque liberi di agire. E magari, in futuro, di uccidere ancora.
Nel caso in cui invece riescano a beccarti perchè è impossibile non riuscire a prenderti, la pena spesso non è congrua all'efferatezza del delitto, ed i nostri media caricano di visibilità (vedi Erica ed Omar) personaggi che dovrebbero cadere nell'oblio assoluto, cercando di riflettere su perchè in soli dieci anni possa essere concessa la libertà a due persone che per carità, dovranno essere reinserite nella società, ma forse non questi tempi cosi stretti...
Tornando invece ai casi ancora "irrisolti", sono il primo a pensare che in assenza di prove non si possa detenere nessuno. E da questo punto di vista mi accodo alla decisione dei magistrati. Resta però il fatto che non è possibile che omicidi, non credo compiuti sempre da maestri del crimine, possano sempre rimanere irrisolti, la ferita nel cuore delle famiglie colpite sempre inesorabilmente aperta.
Non resta a questo punto che confidare, per chi ci crede come me, nella giustizia di Dio, visto che quella terrena, a volte, troppe volte, latita.

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