io e il mare

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lunedì 10 dicembre 2012

LA VITA E' PIU' IMPORTANTE DI TUTTO

In questi giorni rimbalzano violentemente (è ahimè proprio il caso di dirlo) notizie di omicidi feroci, tutti legati alla sfera sentimentale, con uomini respinti un tempo amati che in preda alla follia uccidono le loro ex mogli o compagne che dir si voglia. Resto sempre più amareggiato di fronte a queste situazioni, di come la violenza accecante possa prevalere sul buon senso, ma c'è da porsi di fronte a vari quesiti, perchè tutto questo non è accettabile, nel 2012, in una società che voglia dirsi civile. Io credo che bisognerebbe partire da un primo concetto di base, di ardua comprensione per molti ed in generale di difficile apprendimento da parte dell'uomo: le persone non sono nostre, le persone non ci appartengono. L'amore dovrebbe sempre essere la luce guida delle nostre esistenze, ma occorre altresì che questa luce venga controllata dalla nostra mente per non renderla accecante. Purtroppo l'eccesso di attaccamento alle persone, come alle cose, rende noi uomini fragili e timorosi, e l'idea di perdere quello che a cui teniamo ahimè fa perdere il lume della ragione a molti. In qualche caso, quando l'attaccamento diventa morboso, succede quello che stiamo sentendo in questi giorni da più parti in televisione, con violenze inaudite, addirittura omicidi così efferati da non credere che l'uomo possa arrivare ad un tale livello di crudeltà. Che amarezza. La vita è più importante di tutto, non può essere tolta per questo, come per nessun altro motivo. Il secondo concetto è legato all'accettazione delle cose. Gli orientali ci dovrebbero insegnare molto in questo senso, ma evidentemente facciamo ancora molta fatica, (io in primis ovviamente), e nelle persone che sono piu' deboli scatta un meccanismo per cui la fine di un rapporto è vista come un qualcosa di irreperabile, di terribile, di angosciante. Ma la violenza non è mai giustificabile. C'è sempre una seconda possibilità nella vita, ho visto persone che hanno avuto matrimoni falliti per vari motivi che sono riuscite a ricostruirsi una vita migliore e più bella di quella precedente, dopo un percorso di sofferenza, di difficoltà certo, ma ci sono riuscite. Bisognerebbe forse diffondere tutto questo fin dall'età adolescenziale, in modo tale ad aiutare i nostri ragazzi a crescere nelle difficoltà,ad abituarli che la vita è una caduta ed un rialzarsi continuo, nelle difficoltà, col sorriso e la voglia di viverla tutta fino in fondo. Persino Napoleone capì che non poteva avere il controllo su tutto. Ci sforziamo di poter controllare e dominare le persone, ma ci sbagliamo. Le persone devono essere lasciate libere perchè tale è la loro natura, libere anche di non seguire più il nostro percorso.

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