io e il mare

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lunedì 10 febbraio 2014

LA LAMPADA ACCESA


Le parole di Papa Francesco di ieri mi inducono a riflettere sul concetto di cristianità, per la mia fede non sempre cosi piena e consapevole per mia mancanza. Rifletto su tante cose, sulla nostra vita, sul tempo che passa, e di come indietro non si possa tornare ma occorra tenere sempre “la lampada accesa”. Si’, la lampada del cuore, la lampada dell’amore. Ha detto bene (come sempre) Papa Francesco, bisogna vivere la cristianità come una lampada accesa, che illumina e riscalda. Altrimenti non ha veramente senso essere cristiani, e soprattutto non ha senso vivere il dono che ci è stato consegnato dall’alto.
Ci vuole una rivoluzione, all’interno delle nostre vite, cosi schizzate, così stressate, così occupate dalle situazioni che dobbiamo affrontare ogni giorno. La rivoluzione è l’amore, e l’amore non può che derivare da Dio. Ma è così difficile farlo oggi, ci sembra qualcosa da “sognatori”, non abbiamo tempo per fermarci a riflettere sulle nostre vite, per regalare un minuto a chi ci sta vicino magari dicendo loro “ehi, io ci sono,io ti tendo la mano, su di me puoi contare, non voglio niente in cambio”.
Amare significa donare, almeno per me. Altrimenti è un contratto di lavoro, operazione rispettabilissima e normale nella vita di noi esseri umani, ma non ha nulla a che fare con l’amore.
Forse da questo semplice concetto occorrerebbe ripartire, dalla “lampada accesa” di Papa Francesco che ci invita ad accenderla per illuminarci all’interno, noi, così bui dentro, abbiamo bisogno di questo interruttore che resti acceso il più a lungo possibile, per illuminare non solo noi stessi ma anche e soprattutto chi ci circonda.

Se ci pensiamo bene, è l’unica luce che non provoca sprechi di energia ed inquinamento. Una lampadina che si può tenere accesa sempre e non costa nulla.

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