io e il mare

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lunedì 6 giugno 2011

L'ALBERO DELLA CUCCAGNA


Si trovavano ogni giorno all’albero della cuccagna. E non si sa poi perché lo chiamassero così, un semplice alberello in mezzo ad una piccola distesa di verde in un quartiere milanese periferico. Eppure per loro era tutto.
Si trovavano più o meno verso le tre del pomeriggio, finita la scuola, e si sedevano ai suoi piedi, contando i rami che in piena primavera si caricavano di fiori e frutti profumati ed intensi, come i loro sguardi di adolescenti ancora ingenui di fronte ad un compagno inanimato, ma cosi’ forte, poderoso, nel suo silenzio incoraggiante.
Discutevano di tante cose davanti a quell’albero, passavano interi pomeriggi a chiacchierare di ogni tipo di argomento, di come le loro vite sarebbero state in futuro. Gli accordi erano chiari. Per ogni ramo accarezzato, un desiderio da raccontare. Se poi cadeva il frutto, il desiderio si sarebbe esaudito. Era un fatto certo, nessuno avrebbe mai potuto dire il contrario. Era il loro gioco, il loro desiderio. Era l’albero della cuccagna.

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