io e il mare

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giovedì 15 agosto 2013

ELVIS AND ME

Il modo migliore per ricordare Elvis, da parte mia, è questo mio articolo appassionato scritto quando ancora ero uno studente universitario, correva l'anno 2001, e descrissi fedelmente come nacque questa mia incrollabile passione per lui.
Era tanto tempo fa... Rileggendolo oggi mi faccio tenerezza da solo, ma è tutto vero, e quante belle emozioni meravigliose mi avrebbe regalato ancor dopo...Me ne manca solo una, ma ce la farò, basta crederci, arrivo anch'io Graceland....
Buona lettura
Dopo tanti interventi incentrati sugli argomenti più disparati riguardanti il mondo Elvis, bilanci sulle uscite discografiche e via discorrendo, ho deciso di raccontare a tutti voi come ho conosciuto Elvis e di come sia diventato una parte importante, se non addirittura imprescindibile, della mia vita.
Dobbiamo tornare indietro al Settembre del 1990, e chi scrive aveva solo quattordici anni ed era un ragazzino timido, impaurito, che usciva dalle scuole medie con la comune insicurezza sul futuro dei ragazzi di quell'età. Fatto sta che in quel periodo mio fratello maggiore coltivò un'improvvisa passione per Elvis spinto da alcuni suoi amici che da tempo compravano vinili (all'epoca i cd di Elvis erano pochissimi). Acquistò alcuni album degli anni cinquanta e poi si avvicinò ai seventies, ma fu con l'acquisto di un disco in particolare che accese la passione per Elvis in me.
L'album in questione era una raccolta dal titolo "A Legendary Performer vol.II". Ricordo che lo ascoltammo insieme in cameretta e rimasi colpito dalla voce di Elvis, dalla sua incredibile personalità, dal suo mito. Da allora in avanti aumentarono i momenti in cui la sera mi chiudevo nella mia cameretta ad ascoltare, nel mio primordiale "cubo" (un impianto stereo che chi ha una certa familiarità con gli anni ottanta ricorderà),i vinili di Elvis, ad immaginare come sarebbe stato bello vederlo dal vivo, come nelle immagini dell'"Aloha", che sancirono il mio definitivo attaccamento al personaggio Elvis. Vidi il filmato e capii che Elvis non era solo una passione momentanea, ma un idolo per tutta la vita.
Fu così che la mia adolescenza passò con Elvis sempre al mio fianco. Erano gli anni dei New Kids On The Block, dei Take That, di Micheal Jackson, dei pomeriggi di sabato e delle "bigiata party" in discoteca a cui rifiutavo di aggregarmi malgrado il divertimento assicurato perché preferivo passarli magari "facendo le vasche" in Corso Vittorio Emanuele (questo il sabato pomeriggio perché non marinavo quasi mai la scuola, ero diligente, allora..ah ah ah) o in camera mia, sognando magari di poter essere come lui e poter baciare la ragazza dei miei sogni sulle note di "The Wonder Of You". Proprio in questo senso le canzoni di Elvis alimentarono in me i primi palpiti amorosi, il primissimo in particolare, in cui, alla fermata del metrò, timido ed impacciato, mi nascondevo dietro il palo con il walkman a palla cacciando di tanto in tanto uno sguardo furtivo alla morettina di cui ero follemente e platonicamente innamorato e di cui non riuscivo a reggere lo sguardo…
Non nascondo poi che in principio seguire Elvis Presley mi costò qualche sfottò da parte dei miei coetanei, che ovviamente ascoltavano tutt'altro genere di musica e che ritenevano Elvis obsoleto, fuori dal tempo.
Ma in breve tempo seppi farmi rispettare e la mia timidezza si trasformò in sicurezza, poiché sapevo che la mia passione era grande, che io ascoltavo Elvis, il Re, il migliore. E da lì in avanti passarono gli anni, ed Elvis ancor oggi è una presenza costante nella mia vita. Non vi è giorno in cui non ascolto una sua canzone.
Ricordo ancora il primo cd, "Elvis In Person At The International Hotel", un regalo natalizio di mio fratello e la mia gioia quando lo aprii davanti a tutta la mia famiglia, i pomeriggi passati in cerca di novità nei vari megastore del centro, le tante cassettine fatte per amici e amiche nel corso degli anni. Una ricerca continua, un sentimento forte alimentato, coltivato e cresciuto col passare del tempo.
Un giorno in particolare non dimenticherò mai, anzi tre giorni: 8-9-10 Giugno 1993, ITF Natta di Milano, su quel piccolo palco dell'Aula Magna di quell'istituto femminile (aperto anche ai ragazzi, giustamente…) ebbi il privilegio e l'incoscienza, nei miei diciassette anni di allora, di imitarlo entrando sulle note di "Also Sprach Zarathustra" circondato dai miei compagni di classe che fungevano da fantomatica "Memphis Mafia".
Tutto questo non era altro che una recita scolastica all'interno dello spettacolo di fine anno, su cui noi ragazzi facevamo totale affidamento per fare colpo sulle pupe della scuola e in questo senso, quella simpatica scenetta (di cui ho nascosto i nastri video per non provocare a chi la vede disturbi gastroenterici) servì a crearmi un nome all'interno dell'istituto e dimostrare a tutti che io ascoltavo Elvis e che cosa significava Elvis per me. Fu un vero trionfo soprattutto lo spettacolo serale del 9, davanti ai genitori che sicuramente avevano un'idea più nitida del personaggio che stavo cercando (male, molto male, ma ci provavo per gioco!) di imitare e che servì per una volta a vincere la mia timidezza e le mie insicurezze di adolescente milanese cresciuto nel sogno del mito del Rock and Roll.
Con la sua musica a farmi da colonna sonora nonché da compagna inseparabile ho trascorso alcuni momenti indimenticabili della mia vita, dall'esame di maturità, al primo bacio, alla tesi di laurea, allorquando mi presentai in aula per discutere la tesi con una sua foto nella giacca a mo'di amuleto portafortuna…
Oggi, malgrado le difficoltà della vita di tutti i giorni, Elvis resta comunque un punto fermo nella mia vita e una presenza costante. Con lui percorro la lunga strada per diventare un uomo migliore, con lui ho imparato a crescere. Con lui non smetterò mai di sognare.
Grazie Elvis.

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