io e il mare

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domenica 23 maggio 2010

LA PASSIONE, L'OSSESSIONE E IL DISAMORAMENTO.


Ieri sera la metà neroazzzurra di Milano, e tutta l'Italia interista, hanno giustamente dato sfogo alla loro gioia per il meritatissimo trionfo europeo della squadra di Mourinho. Una serata di festa per tutti, perchè fino a prova contraria non c'è cosa migliore di vedere magari degli amici contenti e felici esprimere la loro gioia per un trionfo atteso da oltre quarant'anni. Il calcio è un po' come la vita, è una ruota ciclica, da qualche anno gira dalla loro parte, per qualche anno è girata da quella della Milano rossonera ( la mia, per quei pochi che non lo sapessero...), chissà domani cosa accadrà...
E' con questo spirito che bisognerebbe vivere il gioco del calcio.
Avete letto bene, ho scritto "gioco del calcio" perchè fino a prova contraria è ancora un gioco. Girano molti soldi è vero, come in tanti altri campi della vita. Ma è un'attività che dovrebbe portare piacere, distrarre, ricreare, unire legami, elargire felicità e sorrisi anche quando è più difficile, come nella sconfitta, che è dura da digerire ma se vissuta nel modo giusto, magari con un sorriso ed una pacca sulla spalla da parte di chi ha vinto, può essere comunque ben assorbita.
Tutto molto bello,tutto ahimè alquanto utopico, anche e soprattutto quando vieni a conoscenza della morte di un uomo di 63 anni, in un bar di Torino, accoltellato dopo una lite avvenuta per meri motivi calcistici durante la visione della partita Inter-Bayern di ieri sera . Non ci posso credere, non ci voglio ancora credere.
La spirale della violenza, in questa società che è assolutamente incapace di amare, e che invece è ahimè capace di arrivare a tirare fuori un coltello per uccidere una persona a causa di una stupida partita di pallone, è ormai senza controllo.
Non si può morire per una partita di pallone in questo modo. Il calcio è ormai una religione integralista, questi fatti sono simili a quelli delle guerre di religione. Mi vengono i brividi, sono quasi costretto ad usare per la prima volta una parola che sto cancellando dal mio vocabolario, che mai vorrei utilizzare nei miei scritti e nella mia vita: ho paura.
Sono sempre più convinto che ad ogni cosa bisogna dare il giusto peso. Troppa enfasi e pressione mediatica viene dedicata a quello che deve tornare ad essere un gioco e non un pretesto per sfogare la propria rabbia repressa, specchio di un'esistenza vuota.
La passione deve restare passione, e non divenire ossessione. L'ossessione porta alla perdita di controllo della mente, all'assenza di lucidità, al degenero delle emozioni nervose, fino alla violenza incontrollata nei casi piu difficili, vedi ahimè quello di ieri sera a Torino.
Ed è un attimo , (e non solo perchè l'Inter continua a vincere a raffica ed il Milan arranca...sto ovviamente scherzando in questo caso per stemperare i toni...), ma come ho detto tante volte "calcio io ti amo", me ne basterebbe anche una sola per dire,
"calcio, io non ti amo più".
Spero che quel giorno non arrivi mai, ma di questo passo lo sento molto vicino.

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